E’ carta straccia il maxiemendamento parlamentare alla manovra quater che doveva servire a mettere d’accordo i partiti con un calderone di proposte da far approvare in Assemblea già a partire da ieri. Una discussione che si è protratta per giorni all’Ars al termine della quale il governatore dell’Isola Renato Schifani aveva raggiunto una intesa con maggioranza e opposizione, nonostante la divisione a metà delle risorse (80 milioni), ma che alla fine si è rivelata inutile.
E’ anche vero che i deputati di centrodestra hanno sollevato delle polemiche con la pretesa di avere qualcosa in più solo per il solo fatto di far parte di una maggioranza che sostiene il presidente della Regione. Ma non sarebbe questo il motivo principale che ha fatto saltare i giochi, anche se rumors di Palazzo hanno fatto trapelare una fotografia diversa.
E’ possibile che qualche big di Fratelli d’Italia non sia stato coinvolto sin dall’inizio nelle trattive? Una ipotesi non proprio campata in aria, al netto del fatto che tutto sembrava già stabilito nei minimi particolari. Tuttavia, ieri sera, saltati gli accordi si è deciso di sposare le risorse disponibili nel ddl di Stabilità. Questa manovra, qualora si concretizzasse, darebbe la possibilità di programmare con calma e con maggior tempo a disposizione gli interventi dei singoli deputati di Sala d’Ercole. Una seconda ipotesi, che giustifica la scelta di sposare le risorse direttamente nella ddl Stabilità, sarebbe quella per cui i parlamentari non erano in possesso di progetti cantierabili da poter decretare entro la fine dell’anno.
Adesso si torna a discutere del testo base delle variazioni di bilancio ancora in bilico dato che l’opposizione ha già chiesto dietro le quinte dei lavori d’aula al presidente dell’Ars Gaetano Galvagno di stralciare quattro articoli con l’intento di inserirli nella Finanziaria. Innanzitutto la norma (art.9) che prevede il riutilizzo delle acque reflue del comune di Castelvetrano. Poi l’art.22 sulla promozione e la salvaguardia dei marchi Dop e Igp, l’art.15 sulle spese per l’acquisto dell’immobile di via Cordova da destinare agli uffici della Corte dei conti. Le minoranze in più minacciano di richiedere il voto segreto sul comma 3 dell’art.3 che riguarda il sostegno alle aggregazioni di aziende, qualora non venga stralciato. Una presa di posizione che di certo non è stata ben gradita dall’assessore all’Economia Alessandro Dagnino, quale primo sostenitore di quest’ultime due norme.
Nonostante questo gran malcontento, una nota positiva c’è. E si tratta dell’accordo trovato in maggioranza rispetto ad alcune misure che faranno parte del maxiemendamento governativo.
Tra queste il contributo di solidarietà, per intenderci il reddito di povertà, una misura dapprima osteggiata da FdI per via delle somiglianze con il vecchio reddito di cittadinanza. E’ stato poi chiarito che il primo nulla a che vedere con il secondo.
Il contributo in questione è stato riscritto dai collaboratori del presidente Schifani e rappresenta una tantum a fondo perduto di 5000 euro a famiglia che sia residente da almeno 5 anni in Sicilia e che abbia un reddito Isee inferiore a 5 mila euro. Le modalità di erogazione saranno stabilite con decreto del presidente della Regione su proposta dell’assessorato alla Famiglia di concerto con l’assessorato all’Economia.
Il report prodotto da ISTAT sulla povertà in Italia nel 2023 ha evidenziato l’elevato numero delle famiglie in condizione di povertà assoluta in Italia, con valori che confermano l’incidenza in misura stabile, rispetto all’anno precedente, pari al 8,4% sul totale delle famiglie italiane, interessando ben 5,7 milioni di individui pari al 9,7% sul totale della popolazione.
In particolare, il dato ricomprende anche la Sicilia: rapportati al numero di abitanti, si ricava il dato presuntivo di oltre 10 migliaia di famiglie con povertà assoluta nella sola Isola. Altri interventi saranno riferiti al mondo agricolo.
Alle 9 riprendono i lavori d’aula per iniziare a votare gli articoli della manovrina entro le 13. Primo scoglio un emendamento da 12,5 milioni di euro che prevede di aumentare la dotazione finanziaria da 27,5 milioni e mezzo a 40 milioni di euro. Somme fondamentali, richieste dalla cabina di regia regionale sulla crisi idrica. Su questo fronte il governo regionale sembra aver preso l’impegno di poter dare la copertura finanziaria.