Quattro milioni di euro da destinare al sostegno delle aziende soggette a misure di prevenzione patrimoniale. E’ stata presentata questa mattina dalla commissione Antimafia dell’Ars la misura della manovrina quater relativa all’incremento di risorse del cosiddetto “Fondo Sicilia“. Ad illustrare il testo del progetto è stato il presidente dell’organo di Sala d’Ercole Antonello Cracolici. Ad affiancarlo le deputate regionali Bernadette Grasso (Forza Italia) e Jose Marano (M5S).
“Una soluzione concreta ai problemi“, l’ha definita lo stesso Cracolici, illustrando i numeri drammatici che riguardano le imprese sottoposte a misure di prevenzione. Oggi, circa il 95% di esse finisce in procedure di fallimento. Ciò anche a causa del fatto che, una volta sopraggiunto un provvedimento dell’autorità giudiziaria, tali aziende finiscono nelle blacklist bancarie. La misura mira ad intervenire proprio su questo aspetto, aiutando il tessuto economico dei territori e i relativi posti di lavoro. Un modo di dare un segnale forte alla cittadinanza ed avere così una ricaduta positiva sulle realtà cittadine coinvolte.
Manovrina, 4 milioni di euro per aziende soggette a forme di prevenzione patrimoniale
L’ex articolo 19 della manovrina quater, divenuto articolo 16 in seguito alla cancellazione di tre articoli da parte dell’Ars, ha previsto l’aumento del cosiddetto “Fondo Sicilia” di circa 4 milioni di euro. “Per la prima volta la Regione Siciliana si sta occupando di uno dei capisaldi della lotta alla mafia – ha sottolineato Antonello Cracolici -. Per essere più forti della mafia non basta togliere le imprese dal controllo delle organizzazioni criminali, ma vanno restituite a quelle comunità dove possano creare posti di lavoro e dare servizi”.
La voce di bilancio riguarda delle risorse mirate alla costituzione di un fondo regionale destinato all’erogazione di finanziamenti agevolati a tasso zero in favore delle imprese con sede in Sicilia soggette all’applicazione di misure di prevenzione patrimoniale, compresi sequestro e confisca. Secondo quanto previsto dal testo, la Regione Siciliana potrà erogare un contributo alle start-up di agricoltura sociale fino ad un massimo di 10.000 euro, di concerto con le autorità giudiziarie di riferimento o con l’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati. Con riguardo alle altre aziende si ricorrerà alla disciplina europea in materia di aiuti “de minimis”, ovvero con un prestito a tasso agevolato di interesse e con un tetto massimo da 400.000 euro in tre anni.
I dati in Sicilia
Il presidente della commissione antimafia parte dai dati che interessano questa tipologia di aziende. “Circa il 95% delle imprese che vengono confiscate dallo Stato vanno nel cimitero dei fallimenti. E’ un dato che deve preoccupare tutti. Rischia di essere un messaggio devastante. Il primo effetto di qualunque imprese sottoposto a sequestro e confisca è che vengono iscritta alla blacklist del sistema bancario. Quello che abbiamo provato studiare, per quelle imprese che possono resistere nel mercato, è di istituire una misura da quattro milioni di euro che, attraverso Irfis, saranno erogati a tasso zero alle imprese di misure di prevenzione patrimoniale. Ci sono aziende che, nel corso degli anni, hanno dimostrato di poter essere rimesse in piedi, rilanciarsi economicamente, garantire posti di lavoro. Alcune esperienze in tal senso sono state già portate avanti“.