Il primo scontro diretto della stagione è servito. Nel momento più arduo del proprio campionato il Palermo sarà costretto a fare i conti con la prima vera sfida decisiva. A più quattro punti dai playout e a meno sedici dal secondo posto, i rosanero e il Catanzaro, con un solo punto di differenza, condividono la stessa sorte, appesi a un limbo che al momento li vede navigare a vista tra l’ottavo e il nono gradino della classifica. Due cammini diversi, ma segnati in egual modo. Da chi ci si aspettava di più è certamente il club di viale del Fante.
A fare rumore nel corso della settimana è stata la scelta maturata dalla società di portare la squadra in ritiro. Un messaggio chiaro, giunto anche dopo le crude parole di Dionisi nel post Carrarese, che non lascia scampo a interpretazioni. Il quartier generale di Torretta ha così alzato le barricate più del solito, permettendo di far emergere importanti riflessioni sia sul breve sia sul lungo periodo.
Modellando l’attuale materiale a disposizione, tra infortuni ed eccessi di ego, più volte artefici degli auto-sgambetti di questo Palermo, il tecnico toscano dovrà ancora cercare di cucire l’abito giusto per la propria compagine, provando a dare delle risposte a quesiti che appaiono sempre più ingarbugliati e insormontabili. Provare a mettere ordine in campo sarà il primo passo. Se lo stop di Diakité impone nuove soluzioni, valutando un’inedita difesa a tre, una nuova chiave di lettera dovrà essere trovata anche per la manovra offensiva siciliana. I pochi palloni in area e le tante e confuse conclusioni provate dal limite dell’area riassumono la scarsa lucidità e fantasia negli ultimi venti metri di campo, rendendo la vista dello specchio della porta sempre più opaca. Difficile auspicare risultati immediati in così breve tempo, ma un mancato cambio di passo potrebbe ad oggi rivelarsi fatale, gettando la piazza nello sconforto e in attimi di smarrimento sugli effettivi obiettivi stagionali, che a quel punto sarebbero nettamente da riscrivere.
Una mira che dovrà essere calibrata in tempo, prima del diciassettesimo turno contro i calabresi. Un Catanzaro proveniente da dieci risultati utili consecutivi e affetto da una “pareggite” acuta, spezzata delle sole due vittorie ai danni di Brescia e Sudtirol, entrambe tra le mura domestiche, è pronto a varcare la soglia del Barbera con l’obiettivo di scavalcare i rosanero in classifica e affacciarsi alla zona playoff, con l’intento di ripetere la trionfale annata da neopromossa dello scorso anno. Riorganizzato parte dell’organico, come l’ex rosa Pigliacelli tra i pali, tanti sono i punti di forza fermi confermati. Tra questi una delle coppie che più ha colpito e messo in difficoltà i siciliani: il vicecapocannoniere Iemmello e Biasci, a segno e decisivo la passata stagione, sia all’andata sia al ritorno.
Il giro di boa è ormai vicino, a circa una ventina giorni. Superate anche Sassuolo e Bari il cerchio sarà chiuso, ma al di là di esiti positivi o esaltanti i primi bilanci non saranno rosei. Il Palermo chiuderà comunque il girone di andata con numeri inferiori rispetto al precedente campionato, certificando i mancati passi in avanti nel corso di questi lunghi e altalenanti mesi. L’occhio cade dunque sul mercato, che potrebbe rivelarsi più decisivo che mai dopo l’insufficiente intervento estivo.