Il 15 gennaio, la Commissione Europea ha presentato un ambizioso piano d’azione per rafforzare la cybersicurezza degli ospedali e dei prestatori di assistenza sanitaria. L’iniziativa punta a proteggere il settore sanitario da minacce informatiche sempre più sofisticate, che potrebbero compromettere servizi vitali e mettere a rischio la sicurezza dei pazienti.
Il piano si articola su quattro pilastri principali:
- prevenzione rafforzata: sviluppo di capacità di preparazione e incentivi finanziari per supportare le strutture più piccole;
- rilevamento delle minacce: istituzione di un servizio di allarme rapido entro il 2026;
- risposta agli attacchi: intervento immediato attraverso la riserva UE per la cybersicurezza;
- deterrenza: strategie diplomatiche congiunte per dissuadere i criminali informatici.
Tra le misure chiave vi è la creazione di un centro paneuropeo di supporto per la sicurezza sanitaria, che offrirà formazione su misura e garantirà l’attuazione armonizzata del piano.
Le sfide in Italia e in Sicilia
“Il contesto italiano ad oggi, purtroppo, è caratterizzato da un basso livello di digitalizzazione sanitaria che rappresenta una sfida significativa, particolarmente evidente in regioni come la Sicilia, dove ritardi e inefficienze complicano ulteriormente l’implementazione di interventi di modernizzazione e sicurezza“, spiega l’ex eurodeputata della Lega Annalisa Tardino.
“Il regolamento sugli HDS (Health Data Space) rappresenta un passo importante verso l’armonizzazione normativa in Europa, con l’obiettivo di migliorare la qualità dei servizi sanitari e semplificare la vita dei cittadini – prosegue -. Questo strumento, una volta pienamente attuato, potrà innalzare il livello della sanità italiana, anche se il percorso sarà complesso”.
La Tardino sottolinea che la creazione del centro paneuropeo per la sicurezza sarà cruciale per offrire supporto e formazione senza aggiungere nuovi livelli amministrativi.
“La Commissione punta – sottolinea – a completare il percorso legislativo entro 100 giorni, un obiettivo ambizioso ma auspicabile. Inoltre, iniziative come la Direttiva NIS2 e il regolamento sulla cyber solidarietà integrano il piano, delineando un quadro normativo solido che, se attuato coerentemente, potrebbe rappresentare una svolta“.
La cartella clinica elettronica… che non c’è
Le azioni da intraprendere per reggere il passo
“E’ fondamentale, quindi, lavorare sulle basi, come infrastrutture, digitalizzazione e competenza nella gestione. L’Unione Europea spinge per un’attuazione rapida, ma resta da vedere se l’Italia, e in particolare la Sicilia, saprà cogliere questa opportunità per allineare il proprio sistema sanitario agli standard europei. È necessario, in ogni caso, colmare il divario tecnologico e organizzativo – conclude –. Solo creando un sistema digitale nazionale che possa fungere da modello e guida per le regioni, sarà possibile dare impulso alle riforme e raggiungere un livello qualitativo di alto livello. Non si possono costruire soluzioni avanzate su fondamenta instabili: è come voler mettere la ciliegina sulla torta senza una torta”.