Il 2025 potrebbe rivelarsi l’anno cruciale per il contrasto all’emergenza abitativa a Palermo. Sono dati magari non del tutto positivi, ma comunque incoraggianti quelli emersi al termine dell’anno appena trascorso. Aggiornare le graduatorie e abbattere i tempi di attesa sono gli obiettivi prefissati, ma la strada resta lunga e tortuosa.
L’assessore comunale al ramo, Fabrizio Ferrandelli ha sottolineato la volontà di voltare pagina e intraprendere una nuova linea di azione, attraverso la digitalizzazione del sistema e l’accertamento dei dati. Più attenzione nell’esame delle partiche e via i “furbetti”, che rallentano il sistema e gonfiano le liste. “Abbiamo deciso di cambiare le modalità di censimento – ha dichiarato Ferrandelli – e preteso che venisse fatto l’aggiornamento annuale della graduatoria, prevista da regolamento e che negli anni non era stata accuratamente fatta. Un esempio? Quando dovevamo chiamare il primo della lista abbiamo visto che era morto da tre anni. Abbiamo riunito più volte l’Osservatorio per le emergenze abitative, convocazioni che non avvenivano da un po’, e abbiamo individuato il percorso per l’aggiornamento“.
Primo passo è stato l’eliminazione del cartaceo. La nuova piattaforma digitale, accessibile tramite Spid o carta d’identità elettronica e realizzata con Sispi, ha così permesso di svecchiare il sistema e far emergere i tanti nei, che nel corso degli anni sono pesati come macigni nel difficile contesto dell’emergenza abitativa nel capoluogo siciliano. “Le istanze – ha spiegato l’assessore – venivano presentate su carta e i punteggi venivano calcolati manualmente, con margini di errore o potenzialmente anche di imbroglio. Tutto adesso potrà essere fatto accedendo direttamente sul portale“.
Molti problemi sono stati così corretti: Isee taroccati, documentazione degli sfratti incompleta, dati anagrafici o informazioni riguardanti l’agenzia delle entrate errati. “Anche con alcune convenzioni, come quella con l’Inps, abbiamo così verificato in tempo reale la bontà delle informazioni. E’ capitato – ha aggiunto – anche di trovare persone con diversi immobili fuori il Comune e con proprietà in provincia. Con questo incrocio si è più attenti“.
I risultati sono subito evidenti: ad oggi, la lista dell’emergenza abitativa si è ridotta del 75%. E da fine gennaio sarà riaperta la possibilità di iscriversi alle liste dedicate all’emergenza. “Non vogliamo lasciare nessuno fuori. Ora – ha sottolineato Ferrandelli – abbiamo un numero vero su cui lavorare e soprattutto un’indicazione reale del bisogno. Questo ci consente di poter finalmente andare, a partire da quest’anno, ad affrontare le assegnazioni con l’elenco, scorrendo la graduatoria, mentre prima molti interventi erano stati fatti su indicazione del ricovero d’urgenza dei servizi sociali, in mancanza di un dato aggiornato“.
Dunque, a che punto sono le liste? Snocciolando alcuni numeri, ad oggi le persone in graduatoria sono 370, contro i circa 2.700 di qualche mese fa, al momento dell’insediamento di Ferrandelli, e gli immobili assegnati in sei mesi sono circa 60 e altre due assegnazioni sono andate in porto proprio nella giornata di ieri. “Con questa nuova attività di monitoraggio e accompagnamento abbiamo avuto un balzo. Dalle politiche degli ultimi quindici anni – ha raccontato il componente della giunta Lagalla – la media era di 10 immobili l’anno. C’è un’inversione di tendenza notevole. C’è ancora molto da fare e sarò totalmente soddisfatto quando questa graduatoria sarà azzerata“.
L’abbattimento al 75% non è solo frutto di controlli, ma anche di prevenzione. “Abbiamo lavorato con l’assessorato alle Attività sociali per una serie di misure di supporto sociale e che ci stanno aiutando a ridurre e contenere il dato. In tal senso interveniamo prima in sostegno dei soggetti in difficoltà. Se una famiglia non riesce a pagare l’affitto ed è in ritardo di qualche mese, rivolgendosi ai servizi sociali di territorio, presso gli sportelli, attraverso l’agenzia per la casa diamo la possibilità di intervenire, pagando anche fino a due anni di affitto. Una misura di supporto straordinario per non far maturare lo sfratto e dare il tempo alle famiglie di uscire dalla momentanea difficoltà e di gestire una criticità“. Un altro progetto al centro dell’attenzione è per esempio il PrInS, il pronto intervento sociale, che prevede l’intervento immediato degli assistenti sociali e la sistemazione in delle strutture temporanee, in attesa di una soluzione adeguata. “Non lasciamo nessuno indietro. Non è la soluzione che l’utente magari aspetta – conclude – di certo non finisce per strada al gelo, ma in una struttura dove ci sono tutti i servizi essenziali, pasti, un letto e bagno in camera“.
Si lavora dunque su più fronti per creare delle condizioni migliori di giustizia sociale. Intanto la stretta collaborazione con l’Istituto autonomo case popolari (Iacp) e contemporaneamente con forze dell’ordine e polizia municipale per monitorare gli alloggi ed evitare le occupazioni. Poi c’è anche il lavoro con l’agenzia beni confiscati, per mettere i beni confiscati alla mafia a disposizione dell’edilizia popolare.