Brutte notizie da Palazzo delle Aquile. La presidenza della Rap ha annunciato che la settima vasca di Bellolampo non sarà attiva prima della metà del 2022, secondo i tempi dettati dalla Regione, con la conseguenza che sarà necessario “esportare spazzatura fuori regione visto che la sesta vasca ormai satura ha una autonomia di un paio di mesi”, come dichiara Igor Gelarda, capogruppo della Lega al Consiglio comunale di Palermo.
“I costi sono altissimi, di decine di milioni di euro, che ora dovremo pagare anche per il 2021 e per parte dell’anno prossimo”, prosegue Gelarda.
Sulla questione Bellolampo c’è poi da dire che esiste ancora un bando di gara in fase di aggiudicazione, perciò si dovrà aspettare di avere la nuova discarica, comportando inevitabilmente delle difficoltà operative della Rap che dovrà trasferire l’immondizia in altri impianti, con un ulteriore aggravio dei costi per la gestione dei rifiuti.
E chi pagherà? Ovviamente i contribuenti palermitani, sulle cui spalle graverà il costo extra dell’immondizia, in vista di un possibile incremento, non proprio modico, della Tari, e nonostante il danno anche la beffa, constando una città sporchissima. Intanto il Comune fa cassa, ma non eroga adeguatamente il servizio pubblico essenziale, come quello della raccolta indifferenziata dei rifiuti, che a questo punto, stenterà a decollare.
“Questa dei rifiuti rimane ancora una situazione irrisolta”, come afferma il consigliere comunale del M5S, Antonio Randazzo.
A questo si aggiungono gli oltre 40 milioni di debiti del Comune e 7,5 della Regione verso Rap, che rischia il tracollo se i creditori non pagheranno i debiti. Rap che, comunque, necessita urgentemente di nuove assunzioni e quindi un potenziamento importante. E a proposito di dipendenti, il Cda dell’azienda in questione fa sapere che è esclusa, al momento, la possibilità di un trasferimento di quasi 100 lavoratori da Reset a Rap, mancando le opportune risorse economiche.
Sono innegabili i ritardi accumulati da parte della Regione su Bellolampo, ma le responsabilità del Comune sono enormi per i mancati investimenti, anche tecnologici, sulla raccolta differenziata, che permetterebbero sicuramente di abbassare i costi e migliorare l’efficienza dei servizi.
Queste sono le principali novità che rischiano di incidere negativamente sulle tasche dei palermitani, emerse dall’ultima seduta del Consiglio comunale, convocata per discutere del Piano economico finanziario (Pef) 2020 e 2021, il documento che fa luce sui costi del servizio di igiene ambientale e di raccolta e smaltimento dei rifiuti, e la prospettiva di traghettare i rifiuti fuori dall’Isola rischia di far saltare i conti.
La promessa del sindaco Leoluca Orlando era di scongiurare questa ipotesi, ma l’assessore comunale all’Ambiente Sergio Marino ha già constatato da tempo che l’eventualità di un rincaro non era da escludere. “Non sapevo – ha ammesso – che la situazione fosse così drammatica. Io avevo contezza di una sesta vasca con una capienza di sei o sette mesi e ora i mesi diventano due. In queste condizioni la differenziata dovrebbe arrivare al 40% per poter sostenere i costi per portare i rifiuti fuori dalla Sicilia”.