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Sullo sfondo il ddl enti locali all'Ars

Donne in Giunta e la nascita di Grande Sicilia: dubbi e scenari di primavera a Palermo

lunedì 24 Marzo 2025
Roberto Lagalla, Raffaele Lombardo e Gianfranco Miccichè a Enna

Che fretta c’era, maledetta primavera“. Il primo equinozio di questo 2025 è già alle spalle. E nel centro siciliano ha fatto il proprio ingresso in scena un nuovo attore che vuole fare il protagonista. Grande Sicilia. Ovvero il patto federativo fra Roberto Lagalla, Raffaele Lombardo e Gianfranco Miccichè. Dopo mesi di attesa, la presentazione ufficiale è avvenuta ieri all’Università Korè di Enna.

Un’operazione benedetta anche dal governatore Renato Schifani, il quale ha rivolto i propri auguri di buon lavoro ai tre rappresentanti del movimento.  Parole a cui è seguito il discorso del presidente dell’Ars Gaetano Galvagno. L’esponente di Fratelli d’Italia ha auspicato un nuovo mandato di Schifani alla guida di Palazzo d’Orleans, identificando in Grande Sicilia proprio una delle colonne portanti del futuro percorso. Insomma, tutto sembrerebbe tranquillo. E invece nel centro siciliano, di moderato, potrebbe esserci solo il nome.

Lo spazio politico in questione è conteso da molti. A cominciare dall’asse Dc-Noi Moderati e da alcuni pezzi dell’ala azzurra. E se la Sicilia è stata in passato “laboratorio politico” romano, Palermo potrebbe esserlo oggi per le compagini dell’Isola. Soprattutto considerando cosa c’è all’orizzonte, ovvero l’ennesimo tentativo all’Ars di far passare lo stralcio della riforma degli enti locali. In particolare, quello relativo alla rappresentanza di genere nelle Giunte. Un grosso “what if” per i 391 comuni dell’Isola.

 

La riforma degli enti locali all’Ars

Stante così le cose, se da Sala d’Ercole arrivasse l’ok al disegno di legge, ogni comune della Sicilia dovrebbe adeguarsi agli standard nazionali entro giugno. Vale a dire che gli esecutivi dell’Isola dovrebbero dotarsi di una quota minima di assessori del 40% per ogni sesso. Facendo un esempio concreto, il comune di Palermo condotto proprio da Roberto Lagalla dovrebbe cambiare almeno due assessori. Ad oggi, su 10 rappresentanti in Giunta (11 considerando il vicesindaco) ci sono solo 2 donne. La prima è Brigida Alaimo, assessore al Bilancio subentrata in corsa all’ex vicesindaco Carolina Varchi.

La seconda è invece Rosi Pennino. Nominata in quota Forza Italia, l’assessore alle Politiche Sociali ha da subito avuto difficoltà dettate dai mal di pancia intestini alla compagine azzurra. Ma se in passato si concretizzò il salvataggio in extremis, questa volta l’esponente di FI potrebbe uscire definitivamente di scena. Ciò nonostante le proteste del mondo civico e delle associazioni di settore. A darle il cambio potrebbe essere Mimma Calabrò, volto noto alle organizzazioni sindacali ed impegnata da sempre per i diritti dei lavoratori precari. Sulla questione, Forza Italia ha già deciso. Così come ribadito sabato dal presidente della Regione Renato Schifani. In pratica, si attende soltanto il decreto di nomina del sindaco Lagalla.

Il criterio della competenza

Quello della rappresentanza di genere è un tema sul quale, ad oggi, si può ragionare solo per ipotesi. Tante volte, in passato, Sala d’Ercole ha provato ad approvare disegni di legge in tal senso, senza però riuscirci. Questa volta però l’accordo sembra trasversale. In molti si sono spesi per dare seguito alla norma. Fatto che, se si concretizzasse, per il comune di Palermo vorrebbe dire soltanto una cosa: rimpasto. Una parola che Roberto Lagalla non ama, ma che sarebbe inevitabile in caso di approvazione del ddl. Almeno guardando al testo base.

Il sindaco ha da sempre sottolineato come, nelle sue scelte politiche, a contare è soprattutto la competenza. Come è giusto che sia. L’ex Rettore è sempre stato in prima linea nella difesa dei propri assessori. Non ultimo quando, nonostante gli appelli di gran parte dei coordinatori regionali del centrodestra, fece scudo attorno all’assessore ai Lavori Pubblici Salvatore Orlando. Un concetto ribadito anche durante la presentazione del nuovo patto federativo ad Enna. “La politica è una cosa seria – ha dichiarato ieri il sindaco di Palermo -. E’ un’arte. Può essere declinata, come tutte le cose complesse, secondo molteplici parametri. Alcuni che io non apprezzo e altri che io ritengo fondamentali“.

La situazione al Comune di Palermo e i possibili scenari

Ma, come dicevano i latini, “dura lex sed lex“. In caso di voto favorevole all’Ars, l’Amministrazione Comunale dovrà avere almeno quattro assessori donna. Condizione che era presente all’inizio della sindacatura. Poi, sono uscite di scena sia Sabrina Figuccia (al cui posto è subentrato Alessandro Anello) che Antonella Tirrito (sostituita da Fabrizio Ferrandelli). Guardando alla composizione dei gruppi consiliari, il partito più rappresentato è Fratelli d’Italia (7 consiglieri). A seguire c’è Forza Italia (6 consiglieri). Lavoriamo Per Palermo e DC si fermano a 5 consiglieri (almeno perora). Mentre la Lega è rimasta solo con due esponenti.

Tirando le somme, si può notare che nè il partito del sindaco nè la Democrazia Cristiana hanno assessori donne in Giunta. Anche se, va detto, i cuffariani hanno più volte chiesto uno scranno in più al sindaco, senza però mai ottenerlo. E proprio la DC è l’unica compagine che può vantare una presidenza rosa nelle società Partecipate, ovvero Giovanna Gaballo. Guardando a Lavoriamo Per Palermo invece, pensare di togliere Salvatore Orlando dalla casella ai Lavori Pubblici è improponibile. In caso di possibile cambio, la scelta si restringerebbe quindi a un profilo fra quelli di Maurizio Carta (Urbanistica) e Fabrizio Ferrrandelli (Innovazione Tecnologica).

Un quadro in evoluzione

Ripristinare la situazione iniziale però potrebbe non essere così facile. Lo stress test del rimpasto delle commissioni consiliari non è stato superato dalla coalizione a sostegno del sindaco. Solo l’abbandono di Ottavio Zacco a Forza Italia ha sbloccato un impasse regnato per quasi due mesi. Roberto Lagalla, in un simile scenario, potrebbe essere costretto ad avere occhi sia all’interno che all’esterno del giardino di Palazzo delle Aquile. Insomma, uno sguardo rivolto alle dinamiche regionali e un altro destinato alle questioni locali, tenendo presente l’indipendenza del gruppo civico che rappresenta. C’è chi pensa infatti che le prime adesioni a Grande Sicilia potrebbero cambiare lo scenario anche a Sala Martorana. In tal senso, come sottolineato dai tre attori protagonisti del progetto, gli annunci sono attesi nei prossimi giorni.

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