Le piogge intense e le condizioni ambientali hanno favorito la diffusione della peronospora, causando danni significativi alle produzioni agricole.
Sono stati segnalati, infatti, diversi attacchi in diverse province, con perdite che variano a seconda delle zone e delle varietà coltivate. La peronospora è una malattia che colpisce diversi tipi di colture, attaccando le foglie, facendole arricciare e morire.
Una malattia funghina molto diffusa in Sicilia negli ultimi anni e più comune della famiglia delle cucurbitacee, che comprende ad esempio cetrioli e zucche. Pomodori, vite, rose, patate, melanzane, basilico e insalate, sono tante le colture che ne risentono. I sintomi della peronospora si manifestano con piccole macchie gialle sulle foglie che diventano sempre più grandi e marroni con il progredire dell’infezione.
Questi sintomi solitamente sono riscontrabili sul lato inferiore delle foglie dove raccolgono l’acqua dalla pioggia o dalla rugiada.
In Sicilia non piove mai, ma quando accede la situazione nei campi si aggrava, la peronospora attacca, i grappoli si ammalano, e i viticoltori restano soli a fronteggiare un’emergenza che nessuno sembra voler vedere. Le rassicurazioni dei mesi scorsi, però, sembrano essersi dissolte nel nulla.
L’agricoltura rappresenta una delle colonne portanti dell’economia siciliana, e la viticoltura in particolare è un simbolo identitario del territorio, un ‘frutto della terra’ che va salvaguardato. Oggi i vigneti trapanesi, purtroppo, sono sotto assedio. La peronospora della vite, favorita dalle piogge di metà maggio e dalle successive notti umide, ha già fatto i suoi danni e minaccia nuove infezioni.
Le condizioni meteo di questi ultimi giorni, ovvero con temperature elevate e buona ventilazione, ne rallentano la diffusione, ma non la fermano. Serve un intervento tempestivo e capillare.
Le indicazioni degli esperti parlano chiaro, bisogna intervenire subito, con trattamenti mirati su ogni singola fila di vite, con una copertura omogenea. In quasi tutto il territorio regionale i danni sono stati abbastanza rilevanti con percentuali che vanno dal 25% fino al 95% della produzione.
La situazione un paio di anni fa non era molto diversa. Il comparto vitivinicolo è già stato messo in ginocchio dalla peronospora del 2023. La siccità del 2024 ha assestato un ulteriore colpo durissimo, nella sola provincia di Trapani infatti alcune varietà di uva hanno subito un calo della produzione fino al 40%. E non va meglio per il settore orticolo, che rappresenta un presidio agricolo essenziale in moltissime aree della nostra Isola.
Con la stagione estiva e le dighe siciliane in condizioni disastrose il rischio di una nuova emergenza è una visione che diventa sempre più concreta.
Ad eccezione delle province di Enna, Siracusa e Messina, in cui non si è raggiunta la soglia minima di danno per l’attivazione dei benefici previsti dalla normativa, ad Agrigento metà della produzione di uva da tavola è andata distrutta, la produzione più colpita insieme a quella biologica. Un danno che ammonta complessivamente a 351.111.040 euro.
La giunta regionale per affrontare questa criticità importante, ha deliberato la richiesta di declaratoria di stato di calamità per danni da peronospora per le province di Palermo, Catania, Trapani, Agrigento, Caltanissetta e Ragusa. La situazione climatica dello scorso maggio, caratterizzata da piogge abbondanti e persistenti, ha favorito la propagazione della malattia della peronospora della vite causata dal fungo patogeno “Plasmopara viticola”.
Anche da Agea arrivano gli aiuti, si tratta di fondi destinati alle imprese che hanno subito danni nel 2023. Ma tutto questo serve a qualcosa?
Sono state tante le voci accolte, quelle di agricoltori che si sono trovati da soli a dover fronteggiare questa problematica. Il malcontento continua a crescere. Cosa bisogna fare?