All’Università degli Studi di Palermo, l’innovazione non è solo una dichiarazione di intenti, ma un percorso concreto che si riflette nella didattica quotidiana. Un esempio significativo è rappresentato dalle attività del Dipartimento di Biomedicina, Neuroscienze e Diagnostica avanzata, nell’ambito del quale il professor Francesco Cappello coordina un progetto ambizioso di rinnovamento dell’insegnamento anatomico.
“Già da diversi anni lavoriamo per introdurre metodiche innovative a supporto della formazione, in particolare nei corsi di laurea in Medicina e nelle scuole di specializzazione – spiega Cappello -. Abbiamo realizzato un laboratorio di anatomia virtuale con 20 postazioni, dotato di software tridimensionali per le dissezioni digitali e, più recentemente, di visori 3D che consentono di esplorare in modo immersivo organi e regioni anatomiche”.
Questa integrazione tecnologica prosegue anche nelle lezioni frontali, arricchite da brevi filmati in realtà virtuale, per facilitare la comprensione di strutture complesse. Un’esigenza, quella della tridimensionalità in anatomia, che risale a tempi antichi.
“Leonardo da Vinci intuì per primo che rappresentare un organo da più prospettive, come se fosse in movimento, avrebbe migliorato la comprensione visiva – racconta -. Nei secoli successivi, il compito è stato affidato ai ceroplasti e poi ai modellini in plastica. Oggi, il digitale ci offre strumenti ancora più efficaci”.
Il corpo donato alla scienza tra etica, ricerca e formazione avanzata
“Ma a Palermo, l’uso della tecnologia non sostituisce il valore insostituibile del corpo umano – sottolinea Cappello -. Disponiamo di sale anatomiche che ci permettono di utilizzare corpi e preparati reali nella formazione, anche attraverso i Cadaver Lab, percorsi di alta formazione per studenti e chirurghi”.
A supporto di queste attività è nato un Centro di ateneo multidisciplinare, inizialmente centro di ricerca interdipartimentale, oggi stabilizzato, che affronta il tema del corpo donato alla scienza anche dal punto di vista bioetico, giuridico e tecnico.
È in questo contesto che si sviluppano progetti d’avanguardia, come la scansione 3D di organi reali. “Siamo partiti dai modellini in plastica per poi passare alla scansione di organi plastinati e infine di organi freschi prelevati in sala settoria – evidenzia Cappello -. I modelli digitali ottenuti vengono poi integrati in ambienti virtuali, in cui gli studenti possono manipolare le strutture attraverso visori immersivi. Il processo si completa con la stampa 3D, che consente di correggere eventuali imperfezioni o usure dei reperti reali, restituendo un’anatomia precisa nei minimi dettagli”.
“L’obiettivo è offrire una formazione sempre più integrata tra Anatomia, Radiologia e Chirurgia. Nel nostro centro è possibile eseguire TAC 3D su corpi donati, ma anche testare strumentazioni chirurgiche innovative su organi reali prima che arrivino in sala operatoria – conclude Cappello -. Il nostro è quindi un modello didattico che unisce tecnologia, rigore scientifico e profondo rispetto per la donazione, facendo dell’Università di Palermo un punto di riferimento nazionale nella formazione medica del futuro”.