Attraverso la bellezza e la potenza del Requiem tedesco di Johannes Brahms (Ein deutsches Requiem), sabato 19 luglio alle 21:00 la Fondazione Teatro Massimo di Palermo celebra la memoria del giudice Paolo Borsellino e degli uomini della sua scorta, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina, nel trentatreesimo anniversario della strage mafiosa di via D’Amelio in cui persero la vita.

“Il 19 luglio il Teatro Massimo si unisce al silenzio e alla memoria con la voce alta e profonda del Requiem tedesco di Johannes Brahms: un capolavoro che è insieme meditazione sul dolore e sulla speranza, riflessione musicale e civile, capace di far risuonare la forza morale, il coraggio civile e la tensione etica di chi ha scelto lo Stato, la legalità e la giustizia contro la violenza mafiosa” – dichiara il Sovrintendente della Fondazione Teatro Massimo, Marco Betta.
Il Requiem tedesco, sarà presentato nel Teatro di Piazza Verdi nella versione per Coro e pianoforte a quattro mani, con la direzione di Salvatore Punturo, Maestro del Coro del Teatro Massimo. Solisti il soprano Ginevra Gentile e il baritono Andrea Borghini. Ad accompagnarli al pianoforte i maestri Giuseppe Cinà e Matteo Londero.
Capolavoro di eccezionale modernità e umanità, il Requiem tedesco interpreta con grande efficacia il mondo e le incertezze dell’uomo contemporaneo e invita alla riflessione sul significato della vita e della perdita. È stato concepito per le esecuzioni concertistiche più che liturgiche ed è articolato in sette sezioni che prevedono in tutte l’intervento del Coro. I brani in tedesco, tratti dall’Antico e dal Nuovo Testamento, sono selezionati e cuciti per creare un discorso che parla dell’esistenza umana di fronte alla morte, intesa come trapasso a una vita migliore.
Brahms compose il Requiem sotto l’impressione della morte della madre e di Robert Schumann, le due persone che segnarono maggiormente la sua vita insieme a Clara Wieck, la vedova di Schumann, alla quale fu legato per tutta la vita da amore e amicizia e dalla comune sensibilità musicale. I primi tre movimenti descrivono le miserie della vita terrena e la sua fragilità, e introducono temi come la consolazione per i vivi, la fiducia nella bontà divina, l’attesa della resurrezione. (“Selig sind, die da Leid tragen, denn sie sollen getröstet werden” (Beati quelli che soffrono, perché saranno consolati, dal Vangelo secondo Matteo). Gli altri quattro movimenti evocano la felicità della vita eterna, la redenzione del mondo da parte di Cristo, la consolazione del Paradiso che attende l’uomo dopo le sofferenze dei giorni terreni: “Selig sind die Toten, die in dem Herrn sterben […] denn ihre Werke folgen ihnen nach” (Beati i morti muoiono nel Signore […] perché le loro opere li seguono, dal libro dell’Apocalisse). Una pagina solenne che chiude la parabola che va dalla condizione terrestre a quella ultraterrena post mortem che reca la promessa di beatitudine e di consolazione.
Salvatore Punturo. Si è diplomato in pianoforte con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio di Palermo, dove ha proseguito gli studi di composizione. Vincitore, da solista, di numerosi premi in concorsi nazionali e internazionali, si è distinto anche per la musica da camera, in duo con il fratello violinista. Ha perfezionato i suoi studi dapprima con Pier Narciso Masi e in seguito con Boris Petrushanskj. Ha suonato in Italia e all’estero, in Belgio, in Portogallo e in America, dove ha collaborato con la Wayne State University e il Michigan Opera Theatre di Detroit. Ha insegnato Pianoforte dal 1998 al 2000 al Conservatorio di Musica di Horta (Portogallo) e al Conservatorio di Madeira. È docente di Lettura della Partitura presso il Conservatorio di Palermo. Dal 2003 dirige il Coro di voci bianche del Teatro Massimo di Palermo, al quale si sono aggiunte in anni recenti altre formazioni corali giovanili della Fondazione. Da settembre 2022 ricopre il ruolo di Maestro del Coro del Teatro Massimo di Palermo.