Nel novembre del 2020 un gruppo di ricercatori ha perfezionato un nuovo protocollo per il trattamento domiciliare dei pazienti con la Covid. Con il contrasto immediato della replicazione virale, che cresce in modo significativo entro i primi 10 giorni, si può abbattere il rischio di ricovero. Per questa ragione non deve si attendere nemmeno il risultato del tampone, ma si agisce appena compaiono i primi sintomi assimilabili alla Covid, come ad esempio la febbre, la tosse, stanchezza, astenia, la famosa perdita del gusto e dell’olfatto, mal di testa, mal di gola, afasia, fiato corto, diarrea, etc… .
I ricercatori che hanno portato avanti lo studio, fanno parte dell’Azienda Sociosanitaria Territoriale – Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, da cui il nome del protocollo.
Il protocollo Mario Negri, naturalmente proposto sotto stretto controllo e osservanza medica, segue l’assunzione di farmaci comuni, ben noti a tutti come l’acido acetilsalicilico, l’antinfiammatorio/analgesico conosciuto universalmente come Aspirina. Nel caso di comparsa di dolori, si usa anche il nimesulide, noto comunemente come Aulin. Per i casi più pesanti e potenzialmente gravi, si passa all’uso di corticosteroidi/cortisone. Il desametasone, infatti, è in grado di abbattere significativamente la mortalità dei pazienti Covid.
Un team di ricercatori italiani ha condotto uno studio di coorte retrospettiva per verificare l’efficacia del protocollo. Hanno messo a confronto gli esiti clinici di 90 pazienti trattati col protocollo, con quelli di 90 sottoposti a regimi terapeutici “standard”: paracetamolo (adesso è stato “bocciato” da una sentenza del TAR).
I ricercatori hanno affermato che il protocollo del Mario Negri offre significativi benefici nell’abbattere il rischio di ospedalizzazione. Tra i 90 pazienti trattati col nuovo protocollo, soltanto in due hanno avuto bisogno delle cure ospedaliere, su 13.
In conclusione, la terapia basata su Aspirina, Aulin e corticosteroidi garantirebbe una protezione maggiore dall’ospedalizzazione, senza mostrare particolari benefici per la sintomatologia.