La Regione Siciliana, guidata da Renato Schifani, sta segnando un decisivo cambio di rotta, forse il più florido degli ultimi anni. E stiamo parlando di cassa, di bilancio, di un nuovo equilibrio finanziario.
La Regione, non ne ha mai fatto un mistero, ha ereditato un disavanzo nei conti regionali di circa 7 miliardi di euro, disavanzo che si è progressivamente ridotto.
Il boost del governo Schifani lo ha messo a segno l’anno scorso, quando, avendo approvato il rendiconto per l’esercizio 2023, è emerso che la Sicilia ha recuperato in soli 12 mesi un disavanzo di circa 3 miliardi, restando, sempre come residuo da recuperare, soltanto circa 900 milioni di euro.
Un dato rilevante per il governo regionale e per l’Isola.
Il bilancio
La Regione Siciliana chiude il bilancio economico con indicatori in chiara ripresa. Il documento di economia e finanza regionale (DEF‑R) parlante per il triennio 2026‑2028, approvato il 30 giugno 2025, evidenzia una crescita del PIL del 3,5% nei tre anni precedenti, una performance superiore sia alla media del Mezzogiorno (+2,8%) sia a quella nazionale (+2%). Il presidente Renato Schifani aveva commentato con ottimismo: “Anche quest’anno, l’Isola sta continuando a crescere. Il mio governo punta a portare i dati oltre le attese con forti politiche di sviluppo e investimenti“.
A seguito della riforma della governance economica europea, il Servizio statistica dell’assessorato dell’Economia ha proprio realizzato un testo complesso che analizza lo scenario macroeconomico, con particolare attenzione alla composizione della domanda e dell’offerta nel mercato regionale, specie rispetto all’export, esamina le direttrici percorse dalla giunta di governo negli ultimi mesi e disegna quelle delle politiche future.
Nei prossimi anni il governo Schifani intende fare tesoro del “dividendo fiscale”, aumento delle entrate dipendente dall’aumento del Pil, per l’incremento della spesa produttiva, in particolare quella per investimenti. L’obiettivo è proprio quello attivare un circolo virtuoso capace di sostenere ulteriormente la crescita economica, nel rispetto dell’equilibrio della finanza pubblica, mediante l’effetto moltiplicatore tipico della spesa finalizzata allo sviluppo.
Ad oggi il bilancio della Regione è di circa 21 miliardi con entrate accertate e spese impegnate. Un dato più che positivo.
Indicatori positivi dovuti a una “logica di semplificazione”

In tal senso, il presidente Renato Schifani e il suo governo starebbero lavorando a delle misure specifiche, è tutto in itinere. A parlare di questo è stato lo stesso governatore nel corso dell’Etna Forum di Ragalna, manifestazione andata in scena lo scorso fine settimana.
“In questi anni abbiamo raggiunto obiettivi, attraendo investimenti, questo ha determinato l’aumento del Pil, delle assunzioni, gettito fiscale aumentato“.
Parole di grande soddisfazione. “Abbiamo incassato in due anni 4 miliardi in più rispetto alle previsioni, di cui 3 miliardi sono serviti ad azzerare il disavanzo che si era determinato in tanti anni dall’epoca Crocetta, non certo negli ultimi anni, ed un miliardo da dividerlo in due anni in 500 milioni in assestamenti che non comportavano indebitamento o addiritturadistribuzione di queste risorse”.
Il Pil cresce, gli indicatori sono positivi, frutto di una “logica di semplificazione“. “Lo abbiamo sempre coniugato, lo abbiamo attuato, lo stiamo attuando“.
“La presidenza della CTS con Gaetano Armao è autorevole perché è una persona che ne capisce, che decide, si assume le proprie responsabilità, perché tante persone prima di lui presiedevano, ma non avendo il coraggio di prendere decisioni paralizzavano l’organo. La commissione tecnospecialistica è il fulcro delle autorizzazioni, quindi siamo diventati una Regione che interessa gli investimenti al nord e questo naturalmente aiuta moltissimo“.
Quindi, Schifani attribuisce questo andamento alle politiche volte a rafforzare infrastrutture, supportare l’agricoltura e sostenere le imprese attraverso una spesa più efficiente. Ha inoltre valorizzato le risorse del PNRR, dei fondi regionali, nazionali ed europei.
Strategie per consolidare la crescita
In termini strategici, la Regione punta a un “dividendo fiscale”, ossia all’aumento delle entrate derivante dalla crescita del PIL verrà reinvestito in spesa produttiva, soprattutto in investimenti, per innescare un “circolo virtuoso” di sviluppo economico, nel pieno rispetto della sostenibilità delle finanze pubbliche.
In conclusione, la Sicilia appare tornata a nuovi livelli di dinamismo economico. Il governo Schifani ha fatto leva su investimenti pubblici, infrastrutture, risanamento finanziario e attivazione delle risorse europee. Sebbene la crescita resti fragile nel contesto internazionale, il bilancio e le strategie delineate puntano alla sostenibilità e alla costruzione di un contesto favorevole alla ripresa.