“Resto basito, attonito e sdegnato nel leggere le parole pronunciate da Giuseppe Salvatore Riina, figlio del boss Totò Riina, durante Lo Sperone podcast. Dovrebbe avere la decenza di stare zitto se non ha il coraggio e il buon senso di prendere le distanze da suo padre e dall’orrido ambiente in cui è cresciuto“.
Così il deputato regionale Marco Intravaia, componente della Commissione Regionale Antimafia.
“Sentirgli pronunciare alcune “oscenità”, a lui già condannato per mafia, quali “mio padre era un uomo con la “U” maiuscola”, “non ha ucciso il piccolo Giuseppe Di Matteo”, “mio padre è stato vittima di un sistema”, “io sono come un bambino di Gaza” e altre affermazioni inaccettabili, è un’offesa a tutti i martiri e alle vittime della mafia, alle loro famiglie e ai siciliani onesti. L’indignazione non è sufficiente, dovrà essere chiamato a rendere conto delle sue assurdità. A soggetti come questo dovrebbe essere tolto il diritto a parlare pubblicamente, così da risparmiarci le sue ripugnanti perle di saggezza“.