Le ultime settimane per Catania non sono state di certo semplici. Tra gli spari serali sulle attività commerciali, l’omicidio del parcheggiatore abusivo, Alessandro Indurre, in pieno centro, e la rissa a colpi di machete tra extracomunitari, la città si è ritrovata di fronte a situazioni profondamente spiacevoli.
Ma al buio della notte, fortunatamente, si contrappone la luce del giorno. Ne parliamo con il sindaco di Catania Enrico Trantino.
Avv. Enrico Trantino, sindaco di Catania, il tema della sicurezza è al centro del dibattito pubblico, vuole tracciare il punto?
“Noi abbiamo un dato oggettivo che è costituito dalle denunce che ci dicono che vi è il 23% di reati in meno rispetto all’anno scorso, vi è poi un dato basato sulla percezione dei nostri concittadini che ci costringono ad essere più attivi e reattivi rispetto ai problemi che ogni giorno si affrontano. È inutile fare il confronto con il passato in cui c’erano omicidi, rapine ed estorsioni che oggi non ci sono, ragionando sull’oggi noi abbiamo una condizione di degrado che si sviluppa anche e attraverso azioni moleste che molte volte alcuni temono possono andare oltre da parte dei parcheggiatori abusivi e che hanno poi costituito la premessa per alcuni gravissimi fatti del recente passato. Abbiamo chiesto l’intervento della Commissione Antimafia che, a dimostrazione della sensibilità e dell’attenzione che mostrano sulla città di Catania, è venuta e abbiamo chiesto in quel caso, oltre l’invio di maggiori risorse di personale, che ci aiutino con alcune modifiche normative perché fin quando il parcheggiatore abusivo è punito da una sanzione amministrativa prevista dal codice della strada comunque le forze dell’ordine non potranno mai essere efficaci nella reazione perché potranno intervenire allontanandolo e sequestrando eventualmente il contante. E allora, pur consapevole, da penalista, delle difficoltà a livello costituzionale nello strutturare una norma in materia di sanzione penale per i parcheggiatori abusivi, comunque ho chiesto che si agisca al più presto. Nel caso in cui il parcheggiatore abusivo sia residente a Catania e sia percettore di assegno di inclusione, ho chiesto anche che si sospenda o si revochi questo assegno. Però sto aspettando che si esprimano perché ovviamente non sono percorsi brevi“.
Sugli spari, aggiunge: “Non sappiamo se è Cosa Nostra, certo c’è una tipica azione che fa pensare a dinamiche associative però da quando ci sono state le operazioni ad Alto Impatto, in questo momento si è fermato tutto, quindi è la dimostrazione che a Catania funziona il servizio di prevenzione e di tutela dell’ordine pubblico e lo posso dire perché non dipendono da me, bensì dal prefetto e dal questore. Vi è tanta attenzione sul territorio“.
Il prossimo venerdì si terrà la conferenza stampa di presentazione del dossier di candidatura e del logo ufficiale di “Catania Capitale italiana della Cultura 2028”, cosa ci può dire a riguardo?
“Per quanto riguarda il progetto credo che il dossier sorprenderà favorevolmente tutti quanti. E’ stato predisposto uno studio veramente importante sull’idea di città che abbiamo, perché quando si parla di Capitale della Cultura non si parla di una proiezione del passato, ma di una prospettiva sul futuro. Non voglio anticipare nulla, ma stiamo cominciando ad immaginare un’idea di città veramente all’avanguardia, che sappia dare risposte in tema di inclusione, in tema, soprattutto, di nuove sfide industriali, che permettano alla città di essere ancora più attrattiva per i nostri giovani e quindi di determinare quel processo di rientro di tanti nostri cervelli che sono andati a studiare fuori Catania. Sulla questione delle chance che abbiamo c’è un dato che ci conforta, rappresentato dal fatto che solitamente si rispetta un’alternanza geografica, e siccome nel 2026 è previsto sia L’Aquila, centro Italia, nel 2027 Pordenone, Nord, nel 2028 dovrebbe essere di nuovo Sud. Non nascondo che l’esperienza di Agrigento certamente può incidere negativamente, ma non deve rappresentare un unicum. Il fatto che la Regione Siciliana sia pronta a scommetterci di nuovo, perché verrà il presidente Renato Schifani, è la dimostrazione che vogliamo recuperare rispetto a quello che è successo e offrire un lato migliore della Sicilia, che ha bisogno di credere di più in se stessa“.
I rapporti con il Consiglio comunale e il centrodestra, nonostante qualche querelle, rimangono solidi?
“All’interno della maggioranza in Consiglio comunale le dialettiche fisiologiche ci sono sempre state e ci saranno sempre. E’ normale che ognuno abbia una sensibilità diversa nell’esaminare i regolamenti che portiamo e dare un punto di vista che non deve essere per forza conforme a quello dell’amministrazione. E’ sempre accaduto dall’epoca del Senato romano e succederà sempre. Bisogna essere bravi a trovare una sintesi senza che si urli allo scandalo perché magari qualcuno la pensa diversamente dall’amministrazione. Anzi, solo così si può ottenere una sintesi di perfetta connessione fra più modelli di città che ci proponiamo. Quindi, non vedo assolutamente segni di criticità. Ne è la dimostrazione la votazione del rendiconto. Nelle sfide importanti prevale sempre il senso di responsabilità“.
Infine, la nomina del nuovo assessore avverrà a breve?
“Per quanto riguarda la composizione della giunta, io spero la prossima settimana che si possa definire il tutto“.