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I dati del "Dossier indifesa"

Reati sui minori, in Sicilia 649 casi nel 2024: in aumento del 7%, in crescita i crimini a sfondo sessuale

martedì 7 Ottobre 2025

Secondo il Dossier indifesa 2025 “La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo” presentato oggi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, sono stati 649 i reati a danno di minori commessi nel 2024 in Sicilia, in aumento del 7% rispetto all’anno precedente. Un andamento più marcato rispetto a quello nazionale, che, con 7.204 reati a danno di minori, segna un aumento annuale del 4%.

In linea con la tendenza nazionale è l’aumento dei reati connessi con il digitale: la pornografia minorile cresce dell’85% (da 13 a 24 casi), mentre la detenzione di materiale pornografico aumenta del 250% (da 2 a 7 casi).

Anche in Sicilia, come a livello nazionale, le vittime sono in prevalenza di genere femminile, pari al 66% del totale.

La prevalenza femminile è particolarmente evidente nei reati a sfondo sessuale: 100% nella detenzione di materiale pornografico e nella prostituzione minorile, 88% nella pornografia minorile, 86% negli atti sessuali con minorenne, 84% nella violenza sessuale aggravata, 82% nella violenza sessuale.

 

I DATI

 

I dati, elaborati dal Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale, sono stati resi noti dalla Fondazione Terre des Hommes nella Sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei ministri – alla presenza del Ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi e del Direttore del Servizio Analisi Criminale Antonio Basilicata – in occasione della presentazione del Dossier indifesa 2025 “La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo” e in vista della Giornata internazionale delle bambine, prevista per l’11 ottobre.

Sono bambine e ragazze la maggioranza delle vittime

Le bambine e le ragazze si confermano come le più colpite dai reati a danno di minoriNel 2024 rappresentano, infatti, il 63% delle vittime, con un aumento sia in termini assoluti sia in termini relativi (nel 2023 erano il 61% delle vittime, su un totale di 6.952). È nei reati a sfondo sessuale che la sproporzione si fa sentire in maniera più evidente, con punte dell’88% di vittime femminili per il reato di violenza sessuale, dell’86% per la violenza sessuale aggravata e dell’85% per gli atti sessuali con minorenni.

abusi sessuali minoriDa segnalare che, nel 2024, per la prima volta, i casi di violenza sessuale non aumentano (il numero assoluto, 912, è identico a quello del 2023), ma tale fattispecie di reato rimane, tra quelli a sfondo sessuale, quello con più casi. Le violenze sessuali aggravate vedono, invece, un leggerissimo aumento sull’anno precedente, del’1%, ma che diventa del 75% se si confronta con il dato di dieci anni prima. Gli atti sessuali con minorenne, invece, segnano un aumento del 15% su base annua.

Anche nei reati ascrivibili al digitale è netta la prevalenza di vittime femminili: 86% nella detenzione di materiale pedopornografico e 74% nella pornografia minorile.

Tra i reati a sfondo sessuale, l’unico che, per la prima volta, presenta una parità di genere tra le vittime è quello di prostituzione minorile, che vede anche un calo sia a livello annuo (-7%) sia a livello decennale (-64%).

 

Il pericolo è più spesso in famiglia: aumentano i maltrattamenti in famiglia

reati più frequenti rimangono quelli che avvengono all’interno del nucleo familiare. I maltrattamenti in famiglia rappresentano, infatti, la fattispecie di reato con più casi e nel 2024 sono arrivati a sfiorare quota 3.000 vittime: per la precisione sono stati 2.975, con un aumento del 5% su base annua e una crescita monstre del 101% (un raddoppio), su base decennale.

Anche qui c’è una leggera prevalenza di vittime femminili (il 53%). Ai casi di maltrattamenti in famiglia vanno aggiunti altri tre reati che possono essere riconducibili anche alla sfera famigliare: le violazioni degli obblighi di assistenza famigliare, l’abuso dei mezzi di correzione e disciplina e l’abbandono di minore.

Con, rispettivamente, 479 e 345 casi, le prime due fattispecie di reato sono in diminuzione rispetto all’anno precedente, il primo del -9% e il secondo del -1%.

L’abbandono di minore aumenta, invece, in un anno, del 2%, arrivando a un numero assoluto di 577 casi. A differenza dei maltrattamenti in famiglia, in queste tre tipologie di reati le vittime sono in prevalenza maschi: il 55% nelle violazioni degli obblighi di assistenza famigliare e nell’abbandono di minore e il 61% nei casi di abuso dei mezzi di correzione e disciplina.

 

Crescono inaspettatamente gli omicidi di minori, in particolare tra gli uomini

Infine, da segnalare, per il 2024, è l’inconsueto balzo degli omicidi volontari consumati. Dopo anni di costante diminuzione dei casi, coerentemente con il calo generale degli omicidi nel nostro Paese, nel 2024 si arriva a 21 casi, con un aumento del 75%.

Nonostante numeri assoluti molto più bassi delle altre fattispecie di reati, è un dato che desta molta apprensione. L’omicidio volontario è, inoltre, uno dei reati che ha una componente con netta prevalenza maschile con il 76% dei casi che ha come vittime bambini e ragazzi.

 

“Il fenomeno dei reati in danno dei minori, in ogni loro forma, è molto complesso. Occorre porre la massima attenzione non solo nella prevenzione e nel contrasto, ma anche ai più piccoli segnali indicatori di violenza.” Afferma il Generale Antonio BasilicataDirettore Servizio Analisi Criminale della direzione centrale della Polizia Criminale.

 “Di strategica rilevanza risultano essere anche l’accoglienza e il supporto alle vittime, nonché la realizzazione di campagne informative volte ad accrescere la consapevolezza di tutti e a rimuovere gli ostacoli socio-culturali in cui la violenza trova terreno fertile”, aggiunge.

Paolo Ferrara

“I dati sui reati a danno di minorenni di quest’anno sembrano, purtroppo, mostrare una maggiore fragilità del tessuto sociale – ha dichiarato Paolo FerraraDirettore Generale di Terre des Hommes – un allentamento dei vincoli morali fino alla rottura di alcuni taboo sociali e un crescente ritorno di fiamma di quella cultura patriarcale che, lungi dall’essere mai definitivamente sconfitta in questo Paese, sembra piuttosto riappropriarsi pericolosamente di spazi di “legittimità sociale” che sono poi lo stesso luogo di coltura della violenza di genere e nei confronti dei minorenni. Non possiamo più rimanere a guardare.

“Servono azioni rapide, concertate e integrate, che agiscano in maniera organica sia sugli aspetti culturali che su quelli normativi di contrasto alla violenza e alla violenza di genere. A chiedercelo sono soprattutto loro, le vittime di questa ondata di violenza che rischia di diventare, sempre di più, un’epidemia.”. conclude Ferrara.

 

 

Il progetto SPORT4RIGHTS: lo sport per l’inclusione e i diritti

Di fronte a dati così preoccupanti sulla violenza a danno di minori, Terre des Hommes rilancia il valore dello sport come luogo di crescita, prevenzione e rispetto. Durante l’evento, al cospetto del Ministro per lo Sport, la Fondazione ha presentato il progetto Sport4Rights.

Co-progettato insieme a Fondazione EOS – Edison Orizzonte Sociale e Specchio MagicoSport4Rights promuove il benessere, la sicurezza e l’inclusività dei minorenni nel contesto sportivo, mirando a prevenire violenze, discriminazioni e maltrattamenti con azioni integrate sui territori e online.

Attraverso una piattaforma di e-learning accessibile e innovativa basata sull’intelligenza artificiale e supervisionata da un team di esperti, il progetto, per la prima volta in assoluto, fornirà alle società sportive, allenatori, educatori, giuristi, psicologi e altri professionisti del settore attività di formazione e sensibilizzazione su Tutela dei minorenni e sul benessere dei bambini e delle bambine nello sport a livello nazionale.

Ad oggi sono circa 20 le realtà sportive pioniere già formate dai promotori del progetto e il primo corso innovativo assistito dall’AI sulla Tutela Minorenni nello sport sarà pubblicato sulla piattaforma di Sport4Rights nel mese di novembre.

Lo sport è un bene comune, un linguaggio universale che accompagna milioni di ragazzi e ragazze nel loro percorso di crescita. Eppure oggi il 30% dei giovani abbandona precocemente l’attività sportiva anche a causa di contesti discriminatori ancora troppo frequenti, rinunciando al proprio benessere, relazioni, amicizie, occasioni fondamentali di crescita personale. Lo sport è un diritto e perché resti tale, dobbiamo prenderci la responsabilità di renderlo uno spazio sano, sicuro e aperto a tutti, in cui ciascuno possa sentirsi a proprio agio ed esprimere liberamente sé stesso. Con Sport4Rights vogliamo generare un cambiamento culturale profondo, coinvolgendo l’intera comunità educante (società sportive, scuole, allenatori, famiglie) affinché la tutela dei diritti dei minori nello sport diventi una responsabilità condivisa. È solo così che lo sport può conservare la sua vera essenza di spazio di crescita sana, dove vengano rispettati i diritti dei più giovani e dove ogni ragazzo e ragazza trovi un contesto che favorisca fiducia, benessere e possibilità di realizzarsi come persona, non solo come atleta. Per farlo ci servono strumenti innovativi e concreti, come la prima piattaforma mondiale di e-learning basata su AI, che offrirà formazione mirata e accessibile a chi lavora con e per i giovani. È un investimento che guarda lontano: ogni campo, ogni palestra, ogni spogliatoio deve diventare un luogo in cui i nostri giovani possano crescere liberi, in un ambiente che custodisce e tutela i loro diritti, la loro salute, le loro relazioni e il loro futuro”, Francesca Magliulo, Direttrice Fondazione EOS.

FONTE DATI: Dossier_indifesa_tdh_2025 

 

Nota metodologica del Dossier indifesa 2025

L’annuale Dossier indifesa di Terre des Hommes, giunto alla sua quattordicesima edizione, è il risultato di una ricerca rigorosa e a più livelli. Per tracciare un quadro esauriente e attuale della condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo, la metodologia adottata unisce la solidità dell’analisi secondaria con l’immediatezza delle indagini primarie.

 

-Fonti dei dati e ambito di analisi

La ricerca attinge a statistiche recenti (principalmente aggiornate tra il 2024 e il 2025) provenienti dalle più importanti agenzie internazionali e dai maggiori istituti di ricerca. Parliamo di fonti come UNICEF, OMS, UNESCO, UNWomen Data Hub e ISTAT, che permettono di mappare fenomeni globali complessi e interconnessi: dagli aborti selettivi alle mutilazioni genitali femminili, dai matrimoni precoci fino all’allarmante incremento della violenza di genere. L’obiettivo è offrire una prospettiva che sia, al contempo, globale e specifica sui singoli contesti nazionali, inclusa la situazione italiana.

Le fonti primarie internazionali includono dati e stime provenienti da:

  • Organizzazioni delle Nazioni Unite: UNICEF, UNFPA, OMS, UNESCO.
  • Istituti di Ricerca e Pubblicazioni: Report e analisi da ISTAT, OCSE, PNAS e testate specializzate come The Economist.
  • Organismi di Tutela: Dati e statistiche da UNWomen Data Hub e la Global Coalition to Protect Education.

I dati sono stati raccolti per mappare sia i fenomeni globali (come le MGF e i matrimoni precoci) che i trend nazionali, inclusa la situazione italiana (ad esempio, l’incremento dei reati a danno di minori).

 

-Approfondimenti nazionali, analisi e supervisione

Per offrire una prospettiva specifica sui giovani italiani, il Dossier integra i risultati dell’“Osservatorio indifesa”. Questa indagine proprietaria, realizzata in collaborazione con Scomodo, ha raccolto le voci e le percezioni di oltre 2.700 giovani sotto i 26 anni. Tale strumento ha permesso di analizzare in modo diretto l’impatto di fenomeni emergenti come la  violenza algoritmica e gli abusi online, con un focus sul divario di genere nella percezione dei rischi digitali.

Infine, la cura e l’interpretazione dei dati sono garantite da un approccio multidisciplinare. L’intero lavoro è stato redatto grazie al contributo di autori e giornalisti e supervisionato da un Comitato Scientifico composto da esperti in diverse aree tematiche. Questa supervisione assicura una lettura critica e bilanciata, in grado di distinguere tra le aree di stallo (“Nessun passo avanti”) e quei “Segnali positivi” che indicano la direzione del cambiamento.

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