E alla fine anche la discussione generale della manovra quater è partita.
Previsto per ieri pomeriggio, il dibattito sulla variazione di bilancio a Sala d’Ercole ha preso il via in queste ore. La seduta è stata guidata da Luisa Lantieri. Intanto, il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani ha avviato gli incontri con i singoli gruppi. I primi a confrontarsi con il governatore sono gli esponenti delle opposizioni, a seguire la maggioranza.
La discussione generale
Primi ad intervenire i deputati del M5S. Argomento cardine della discussione generale gli interventi territoriali, già al centro della bufera in II Commissione Bilancio nel corso delle ultime battute che hanno condotto al termine dell’iter, prima di sbarcare il aula. Tra i più incisivi il presidente della Commissione regionale Antimafia Antonello Cracolici. L’esponente dem ha infatti sfidato la maggioranza sui numeri, annunciando che proporrà il voto segreto su tutta la variazione, a discapito anche di norme di buon senso, come gli Asacom o i disabili.

Sul tema è ritornato anche il leader di Controcorrente Ismaele La Vardera: “Una manovra finanziaria surreale, piena di mance ma questa volta però i deputati ci hanno messo la faccia, di bronzo oserei dire. La maggioranza, infatti, ha deciso di dedicarsi allo sport con Roberto Di Mauro (Mpa) e Giorgio Assenza (Fdi) Totò Scuvera (Fdi) ed Edy Tamajo (Fi), con rispettivamente 70, 80, 50 e 80 mila euro per dei campi da padel. E ancora la Lega, con Salvo Geraci invece ha messo sul piatto ben 250 mila euro per la nuova tribuna dello stadio di Serradifalco, di cui sindaco è il figlio dell’assessore Faraoni guarda caso in quota carroccio. Il miracolo però l’ha fatto la Dc che con Ignazio Abbate ha deciso di cercare la santificazione con 135 per le chiese in provincia di Ragusa. In sostanza, lo scenario non è minimamente cambiato: avrei anche io potuto utilizzare 300 mila euro che ho deciso di rimandare al mittente non sono in vendita. Però la soluzione a questo dramma delle mancette esiste e l’ha trovata non La Vardera ma un signore che si chiamava Piersanti Mattarella. La legge Mattarella, infatti prevedeva che non ci fossero contributi a pioggia e discrezionali bensì una divisione equa per tutti i comuni della Regione, così da evitare che i sindaci vanno alla ricerca dei santi in paradiso. Ecco, quella legge io l’ho ripresentata. Una norma giusta e che metterebbe fine per sempre a questa ormai consuetudine che vede i deputati vendersi per portare soldi sono nei territori amici. Sono pronto a ripresentare ennesimo esposto alla corte dei Conti”.

Il presidente della I Commissione Affari Istituzionali Ignazio Abbate ha prontamente risposto a muso duro alle accuse rivolte alla maggioranza: “Sono tutti temi che abbiamo condiviso in Commissione. Abbiamo individuato gli interventi di emergenza, condivisi anche con le opposizioni. Sono provvedimenti importantissimi che negli altri anni non c’erano neanche all’interno della manovra di fine anno. Siamo andati in Commissione dopo l’accordo raggiunto in conferenza di capigruppo – ha sottolineato il deputato della DC – e lì sono stati decisi anche gli interventi territoriali. Questo è stato fatto, tutti li hanno presentati e sono stati depositati. Oggi non dobbiamo fare un passo indietro rispetto a quanto detto in capigruppo. Gli interventi territoriali creano piccole infrastrutture e mettono risorse a un bene monumentale. Abbiamo diversi siti Unesco in Sicilia. Le nostre cattedrali e le nostre chiese cadono a pezzi, nessuno ci mette mano. E’ una finanziaria che dà risposte improntati. Questi fondi saranno trasferiti ai sindaci, significa che poco dopo li posso scrivere in bilancio e impegnare per realizzare un’opera, anche sportiva, per far felice una comunità. E’ una cosa positiva perché è economia che gira. Solo i cittadini possono dare il giudizio, se abbiamo fatto bene o male. Il Consiglio dei ministri può impugnarla se ci sono problemi. Noi rappresentiamo il collegio per il quale siamo stati eletti“.

“Ogni due mesi, due mesi e mezzo, ci stiamo abituando a votare una variazione di bilancio. La definisco quasi una soap-opera“. Così è intervenuto il capogruppo del Partito Democratico Michele Catanzaro che ha aggiunto: “Ricordo a quest’aula che dobbiamo andare sul concreto. Siamo su una prosecuzione di una variazione portata ad agosto. Dovevamo fare una variazione da 80 milioni di euro. Man mano questo governo ha la capacità di farli lievitare giorno dopo giorno e oggi si parla di 240 milioni di euro. Da 16-17 articoli siamo arrivati a 54 articoli. Non possiamo immaginare che la variazione di bilancio sia una manovra finanziaria, deve essere un correttivo che deve avvenire anche con la spesa entro il 31 dicembre. Siamo pronti a dare battaglia“.

“In capigruppo avevamo deciso chiaramente che non ci sarebbero stati maxiemendamenti e che gli emendamenti sarebbero stati votati uno per uno. Il presidente Galvagno lo aveva ribadito e lo stesso presidente Daidone si era impegnato a rispettare quella linea. Invece si è scelto di aggirare il regolamento, trasformando un impegno politico condiviso in un atto di forza procedurale. Questa manovra politicamente è una truffa“. Ha dichiarato il capogruppo del M5S Antonio De Luca, che ha sottolineato come “questa manovra piena zeppa di interventi a favore delle chiese e delle parrocchie, mentre le vere emergenze aspettano. Altro che dati da Las Vegas: nelle strade della Sicilia vedo fame, disperazione e famiglie che non arrivano a fine mese. Serviva una manovra che rispondesse ai bisogni reali dei siciliani e invece si è fatta una lista della spesa della maggioranza“.
In coda, la replica dell’assessore all’Economia, Alessandro Dagnino, che ha difeso la manovra contro gli attacchi della minoranza. La discussione generale si è così chiusa dopo oltre cinque. I lavori riprenderanno domani alle ore 11:30.
Le polemiche
La seduta che sarebbe dovuta iniziare questa mattina alle 11 è stata rinviata alle 15. A mancare in aula, presieduta da Nuccio Di Paola, l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino e quasi tutti i componenti della coalizione di centrodestra.
Uno scenario simile si era già verificato nel pomeriggio di ieri (CLICCA QUI). Una condizione che aveva scatenato l’ira dell’opposizione (Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Ismaele La Vardera, leader di Controcorrente). Al termine del voto per l’elezione di Pietro Ivan Maravigna alla sezione regionale di controllo della Corte dei Conti per la Regione Siciliana e ottenuto il parere positivo sul ddl, proveniente da Roma, che istituisce la figura del deputato supplente, buona parte della maggioranza aveva pian piano lasciato i banchi di Sala d’Ercole, lasciando sole le opposizioni per l’avvio della discussione generale della manovra quater. A questa condizione si è aggiunta anche la mancanza delle relazioni tecniche da accompagnare a tutti gli articoli e tutti gli emendamenti. A sollevare per primo il caso il deputato pentastellato Adriano Varrica, che questa mattina ha presentato una pregiudiziale che è stata rigettata. Così, dopo la relazione del presidente della II Commissione Bilancio, Dario Daidone, l’avvio della discussione generale è stata rinviata.
I dubbi del servizio bilancio dell’Ars
Per il servizio bilancio dell’Ars alcuni articoli della manovra quater, in discussione a Sala d’Ercole, risultano poco specifici, come nel caso dei parchi archeologici, degli accordi transattivi con Sicilia Digitale o dei 2 milioni per le iniziative turistiche, mentre per le piattaforme digitali del dipartimento tecnico, rilevano i gli uffici nel documento, manca la copertura finanziaria complessiva, suggerendo di rinviare l’intervento alla prossima legge di bilancio. Sull’ampliamento del fondo per le produzioni cinematografiche, secondo gli uffici del bilancio, serviranno chiarimenti dal governo sulla necessità di una nuova notifica; chiarimenti vengono chiesti anche sulla continuità territoriale per l’aeroporto di Comiso, con l’obiettivo di evitare l’ipotesi di aiuti di Stato.
Nel documento, una cinquantina di pagine, il servizio bilancio passa in rassegna i singoli articoli della manovra quater: il 41% delle norme riguarda nuovi capitoli e il 22% incrementi di voci già esistenti. In totale 241,5 milioni di euro per il 2025, 47,8 milioni per il 2026 e 25,2 milioni per il 2027 per un complessivo di 315 milioni, coperti grazie anche alle maggiori entrate di Irpef e tassa automobilistica.