“Siamo assolutamente soddisfatti dei risultati raggiunti. Significa che la strada intrapresa è quella giusta, ma anche che il cambiamento è possibile se costruito con metodo, ascolto e collaborazione”. A dichiararlo sorridendo è Alessandro Caltagirone, direttore generale dell’Asp Siracusa commentando i riconoscimenti raggiunti, a livello nazionale, per il progetto “Change Management Data-Driven per la trasformazione del Pronto Soccorso”, premiato dal Politecnico di Milano e dalla FIASO come esempio di innovazione capace di coniugare dati, efficienza e centralità del paziente. Un riconoscimento che per il direttore generale non è solo simbolico, ma la conferma che un modo diverso di fare sanità è possibile.
Il modello innovativo
“Abbiamo costruito un progetto che cambia il volto del Pronto soccorso. Non solo riorganizzando i percorsi interni, ma ricostruendo un rapporto di fiducia con i cittadini – spiega -. Il modello adottato a Siracusa ha tre anime: comunicare in tempo reale con i pazienti e i familiari, prendersi cura in modo continuativo degli anziani e monitorare costantemente il flusso dei pazienti attraverso un cruscotto digitale”.
La prima rivoluzione è stata la trasparenza. I monitor nelle sale d’attesa permettono di conoscere lo stato di avanzamento delle cure e i tempi previsti. Nessuno resta nel limbo dell’incertezza, questo perché: “Il paziente informato è un paziente più sereno. E un pronto soccorso più sereno funziona meglio”.
Poi c’è la presa in carico degli over 65. Dopo la dimissione, il percorso continua a casa, con controlli e assistenza domiciliare. “Questo approccio ha ridotto del 20% le riammissioni. Significa meno sofferenza per le famiglie e meno pressione sugli operatori”, evidenzia il direttore.
Infine, il cuore tecnologico del progetto: un cruscotto direzionale che consente ai responsabili di seguire ogni situazione in tempo reale. “Ora possiamo sapere subito se qualcosa si ferma, se serve rinforzare un turno, se un paziente resta troppo a lungo in osservazione. È una forma di regia continua che rende il sistema più fluido”, aggiunge.
Il risultato si vede nei numeri: “La durata media di un episodio in pronto soccorso è passata da sette ore a quattro. Un taglio del 44% che ha cambiato il ritmo di tutto. Non è solo una questione di statistiche. Dietro quei numeri ci sono persone che aspettano meno, operatori che respirano di più, e una macchina che finalmente scorre”.
Ma trasformazione è anche fisica. Il nuovo Pronto soccorso dell’Ospedale Umberto I, inaugurato alla fine del 2024, ha spazi raddoppiati, una radiologia dedicata e un’area di osservazione confortevole. Ambienti chiari, luminosi, progettati per ridurre lo stress.
“Volevamo che il Pronto soccorso fosse un luogo umano, non un passaggio obbligato. L’architettura della cura fa parte della cura stessa”.
Reclutamento e personale
Il cambiamento non si regge solo sulle tecnologie. Caltagirone racconta che: “Quando sono arrivato ho trovato un’Azienda in difficoltà, segnata da carenze di personale e da un clima di stanchezza diffusa. Era necessario invertire la rotta, fermare la fuga dei professionisti e rendere Siracusa un luogo dove restare. Da qui è partita una campagna di reclutamento tra le più intense degli ultimi anni. Nel biennio 2024-2025 sono state assunte oltre 600 nuove unità tra medici, infermieri, tecnici e personale amministrativo, e altre sessanta arriveranno entro la fine dell’anno. Ma non si tratta solo di numeri. Abbiamo bisogno di motivazione, di stabilità, di orgoglio”.
I bandi pubblicati dall’Asp con circa 150 posti a tempo indeterminato, riguardano infermieri, ostetriche, operatori sociosanitari, tecnici di laboratorio e personale amministrativo. Sono stati riaperti i concorsi per medici di Pronto soccorso e anestesisti, con formule flessibili per attrarre giovani professionisti. In più: “Ogni novembre nuovi specializzandi concludono il percorso formativo e li inseriamo subito nelle nostre strutture. È linfa nuova che entra in un sistema che sta rinascendo”.
Caltagirone non nasconde la fatica: “Ci sono ancora turnover e dimissioni, ma la differenza è che oggi arrivano anche domande di chi vuole venire da noi. Siracusa non è più una tappa, sta diventando una scelta”.
Rete territoriale e prevenzione
Accanto agli ospedali, cresce il territorio, fondamentale per alleggerire la pressione sui PS ed essere più vicini ai cittadini.
“A Noto è già operativa la prima Casa di Comunità sperimentale, mentre le prossime saranno attive entro marzo 2026. È un modo per avvicinare le cure alle persone, evitare accessi inutili in ospedale e creare una rete tra professionisti. Le Case di Comunità sono il simbolo di un nuovo equilibrio tra prossimità e innovazione”.
Caltagirone crede molto nella collaborazione con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta. L’accordo regionale in via di definizione servirà a rendere stabile questa sinergia.
“La Sanità del futuro non è fatta di confini, ma di connessioni. Ospedale e territorio devono parlarsi, condividere linguaggi e obiettivi”, sottolinea.
Un’altra sfida è quella della prevenzione. L’Asp ha potenziato gli screening oncologici e attivato nuovi ambulatori per i prelievi nei comuni periferici. “Abbiamo scelto di puntare in alto, misurandoci sulle medie nazionali. Gli screening sono la prima forma di equità: se arrivano a tutti, riducono le disuguaglianze e salvano vite”.
Liste d’attesa e governance dei flussi
Sul fronte delle liste d’attesa, l’Asp di Siracusa ha messo in campo un piano ambizioso che unisce trasparenza, innovazione digitale e collaborazione territoriale. I dati ufficiali aggiornati al 2025 mostrano che le prestazioni critiche fuori standard si attestano attorno all’1,8%, segno che gli interventi di recupero stanno funzionando.
La strategia comprende agende aggiuntive, orari serali e recuperi nel weekend, con un sistema integrato di notifiche via SMS, email e App IO che avvisa i cittadini quando si liberano slot utili.
“Non vogliamo che uno spazio rimanga vuoto quando c’è chi può usarlo”, dice con forza il manager.
Per alcune branche con forte pressione, come endoscopia e radiologia, l’Asp ha stipulato accordi con strutture private accreditate per garantire prestazioni entro tempi ragionevoli. Inoltre, è attivo un Tavolo Tecnico Permanente sulle liste d’attesa, che riunisce medici di base, pediatri, rappresentanti delle strutture pubbliche e private, con il compito di monitorare i tempi e proporre soluzioni condivise.
Secondo stime interne, nei primi sei mesi del 2025 si è recuperato circa il 30% delle prestazioni arretrate e ridotto di 200 giorni l’attesa media per alcune prestazioni critiche. L’obiettivo dichiarato da Caltagirone è che, entro la fine dell’anno, oltre il 98% delle prestazioni ambulatoriali rispetti i tempi massimi previsti.
Sul piano territoriale, le liste d’attesa interagiscono con le Case di Comunità: “Snellire le agende ospedaliere significa alleggerire il carico sugli ambulatori locali e offrire prestazioni più tempestive nelle sedi di prossimità. In sintesi, per l’Asp di Siracusa la gestione delle liste d’attesa non è solo un problema da risolvere, ma un nodo strategico di Sistema”.