Giovedì 9 settembre è stata approvata la manovra quater. Si, ma smembrata, asciutta e ridotta all’osso una variazione di bilancio che ha impegnato per tutto il pomeriggio Sala d’Ercole e che si è trasformata in una vera e propria polveriera.
In un giorno già segnato da tensioni politiche e recriminazioni in aula, l’assemblea regionale siciliana ha respinto però, tra gli altri, anche l’emendamento che inseriva nell’ambito della manovra quater l’articolo 14, dedicato alle misure per la mitigazione degli effetti della siccità sull’agricoltura.
L’iniziativa concepita come un “salva raccolti” è stata cancellata dal testo in modo definitivo tramite voto favorevole all’emendamento abrogativo.
Cosa prevedeva l’articolo 14?
Si sarebbe trattato di un sostegno alle imprese agricole che realizzeranno vasche, laghetti, invasi e serbatoi per l’accumulo di acqua a uso irriguo o zootecnico, ma con una grossa novità, per la prima volta interventi gestiti dall’IRFIS. Per far fronte, quindi, alla persistente emergenza idrica che colpisce l’agricoltura e la zootecnia siciliana, la Regione aveva istituito un plafond da 10 milioni di euro all’interno del Fondo Sicilia, destinato a sostenere nello specifico queste imprese agricole.
La misura, pensata per rafforzare la resilienza del sistema agricolo regionale, prevedeva contributi in conto capitale e puntava a incentivare forme di accumulo autonomo e diffuso dell’acqua, riducendo la dipendenza dalle reti irrigue centralizzate, soprattutto durante i periodi di maggiore siccità.
In sostanza, l’articolo avrebbe cercato di estendere la platea dei soggetti beneficiari e di rendere trasparente il vincolo della natura giuridica del soggetto che richiede il contributo.
“Una vergogna! Da tempo si parla dell’esonero dei tributi per quanto riguarda i Consorzi di bonifica, e da tempo si parla di realizzare dei laghetti aziendali affinché la nostra agricoltura, che produce tanti prodotti di qualità, possa usufruire non solo di una parte pubblica legata ai Consorzi, ma anche di una parte privata, che durante l’inverno potrebbe favorire il riempimento di laghetti, evitando di sversare l’acqua costantemente a mare e quindi trovarci magari con qualche turno di irrigazione disponibile presso le proprie aziende“.
Non tralasciando la questione legata alla zootecnia, settore dove ancora oggi sono presenti pericoli sanitari.
“Non è una piena vittoria, come dice l’assessore Luca Sammartino, è una vittoria parziale. E’ passata la norma per la stabilizzazione del personale dei Consorzi, su cui noi non abbiamo mai mostrato contrarietà, ma si tratta di una vittoria che ci riguarda soltanto in parte, quella parte indiretta rispetto all’agricoltura. Gioire per aver ottenuto un risultato, sicuramente importante, ma che non è prettamente legato agli agricoltori, all’attività agricola, non è giusto“.
Durante la discussione, a circa metà seduta i deputati di Forza Italia, Democrazia Cristiana e Lega, su indirizzo del presidente della Regione Renato Schifani, hanno abbandonato l’aula. Avvenimento che ha sancito in qualche modo la spaccatura della coalizione di centrodestra che adesso dovrà sciogliere le riserve e comprendere come proseguire nel futuro.
“Non è stato un bello spettacolo“, aggiunge Scardino. “C’era la possibilità di tamponare le falle provocate dalla siccità, della crisi climatica che per un motivo o per un altro colpirà sempre più la nostra agricoltura“.
Chi piange le conseguenze sono gli agricoltori, “per questo motivo la bocciatura dell’articolo 14 della manovra quater la riteniamo assolutamente deleteria per tutto il mondo agricolo”.
“Una pagina nera per la nostra agricoltura. Poteva essere un segnale politico importante, segnale che non è arrivato per l’ennesima volta, ma si è fermato soltanto a quelle forme più clientelare che sono tipiche della gestione dei Consorzi di Bonifica“.
La richiesta degli agricoltori
“Chiederemo a gran voce che quello che era contenuto in questa manovra venga messo in finanziaria“. Il monito degli agricoltori che si sono visti messi in ginocchio dalla crisi idrica che ha segnato una nota fase nevralgica per la nostra Regione.
L’agricoltura regionale ha dato segnali importanti di vivacità, le imprese agricole non fanno soltanto reddito, ma lavorano anche per gli aspetti ambientali, “tenere un’isola rigogliosa e produttiva sia per le culture a seminativo ma soprattutto per le culture arboree, per le culture che poi sono irrigue, è un grande lavoro soprattutto a causa della crisi climatica, a causa delle temperature medie sicuramente più elevate e a causa anche della scarsità di piogge”.
Se andiamo a vedere i dati di settembre degli invasi non sono tanto distanti da quelli del settembre dell’anno della siccità del 2024, abbiamo registrato qualche milione di metri in più, ma abbiamo dighe che in estate sono state svuotate proprio per la constante delle alte temperature, l’evapotraspirazione e l’evaporazione dell’acqua sono fenomeni costanti, “e su questo dobbiamo assolutamente intervenire“.
Questi 10 milioni destinati ai laghetti “erano fondamentali, in quanto in inverno avremmo potuto immagazzinare l’acqua evitando il continuo sversamento a mare che abbiamo sempre denunciato sia nella parte occidentale che nella parte orientale dell’Isola“.
Le conseguenze, e quel che resta
Con la bocciatura dell’articolo 14, la manovra quater perde una potenziale leva normativa per affrontare il problema della scarsità d’acqua e dei danni alle aziende agricole. In un contesto in cui la siccità è un’emergenza reale per molti territori siciliani, l’assenza di misure legislative ad hoc può lasciare i produttori in balia delle incertezze.
Resta aperta la questione del “vuoto” normativo: senza l’articolo 14, occorrerà che l’Esecutivo regionale trovi vie alternative (decreti, bandi, atti amministrativi) per sostenere il settore agricolo nei territori più colpiti dall’aridità.
La decisione di stralciare articoli considerati “non negoziabili” ha alimentato e alimenta tensioni e mette in luce la difficoltà del governo regionale nel tenere insieme le esigenze delle zone rurali con le pressioni politiche del parlamento.
“Per l’ennesima volta la Sicilia su questi temi fa da fanalino di coda rispetto ad altre regioni italiane“.