Nuovo tassello per il Piano regionale di gestione dei rifiuti. Questa mattina la IV Commissione Ambiente, territorio e mobilità è tornata a riunirsi per votare la risoluzione relativa all’aggiornamento dello stralcio rifiuti speciali.
La Commissione presieduta da Giuseppe Carta aveva terminato ieri il ciclo di audizioni sul tema. Tra i partecipanti anche i presidenti delle Ssr siciliane e i rappresentanti di associazioni ambientaliste. Alcuni nodi da sciogliere sono stati risolti e così, oggi all’Ars, alla presenza dell’assessore all’Energia e ai servizi di pubblica utilità Francesco Colianni, è arrivata la risoluzione finale, con cui la IV Commissione impegna la Regione a tener conto e rispettare alcuni punti cruciali.
Andiamo nel dettaglio.
In prima battuta la Regione dovrà tutelare le comunità locali, garantendo che per la realizzazione dei nuovi impianti vengano rispettati i criteri localizzativi indicati nel Piano, con l’obiettivo di salvaguardare l’ambiente e la salute dei cittadini. Entro sei mesi dall’adozione del Piano dovranno essere individuate le aree per la realizzazione di gestione e di trattamento dei rifiuti speciali, coinvolgendo i Dipartimenti regionali competenti, la Commissione legislativa competente e l’Anci.
Sostenuta dal presidente Carta è la previsione che nelle aree industriali ricadenti nei Comuni dichiarati area ad elevato rischio di crisi ambientale (Aerca), nonché per le aree artigianali e produttive, prevalga il criterio escludente legato alla fascia dei 3 km dai nuclei urbani rispetto al criterio preferenziale legato alla localizzazione degli impianti nelle aree industriali. Per gli impianti di rifiuti speciali non pericolosi, invece, le valutazioni dovranno essere effettuate caso per caso in fase di autorizzazione, tenendo conto dei relativi impianti.
Una fetta importante richieste è stata avanzata dal M5S. “Come Movimento 5 Stelle – ha spiegato il componente della Commissione Adriano Varrica – abbiamo richiesto, col sostegno della Commissione, che il piano rifiuti speciali venga integrato con la parte relativa allo smaltimento delle ceneri derivanti dall’attività degli inceneritori. Abbiamo inoltre proposto di studiare e importare buone pratiche in tema di rifiuti speciali e un’azione più incisiva su inerti e amianto“.
Nello specifico si tratta dell’invito a: dedicare, nell’ambito del Piano, un apposito spazio al tema degli impianti destinati al trattamento delle ceneri che verranno prodotte dagli impianti di termovalorizzazione; dare maggiore evidenza ai risultati conseguiti dal Piano rifiuti speciali; valutare l’ipotesi di introdurre meccanismi e procedure nell’ambito degli appalti pubblici volti a innescare meccanismi virtuosi nella gestione e nello smaltimento dei rifiuti da costruzione; procedere all’aggiornamento dei due stralci del Piano, al fine di confermare la pianificazione che attiene allo smaltimento dell’amianto alla normativa europea e nazionale e verificare lo stato di attuazione della normativa regionale in materia.
I pentastellati si sono poi mosso con il Partito Democratico per inserire, nell’ambito del disegno di stabilità regionale 2026-2028, due apposite misure: una destinata ai Comuni costieri per lo smaltimento dal litorale della posidonia oceanica e un’altra destinata allo smaltimento della cenere da eruzione vulcanica.
Proviene invece dai dem l’iniziativa di promuovere campagne di sensibilizzazione per educare i cittadini sul corretto smaltimento dei rifiuti e sull’importanza della riduzione della loro produzione e dispersione e, inoltre, sviluppare programmi scolastici che includano la gestione sostenibile dei rifiuti.
La Regione dovrà inoltre impegnarsi, nella fase di attuazione del Piano, a studiare e approfondire buone pratiche in merito allo smaltimento di rifiuti speciali già positivamente utilizzate in altri contesti, verificando la possibilità di poterle applicare sul territorio regionale e tenere conto delle misure sull’economia circolare contenute nel Green Deal europeo.
Ma perché il parere della Commissione è così importante? In ballo non solo la revisione del Piano, ma anche i fondi europei. Una scommessa e una sfida fin troppo allettante per farsela sfuggire, soprattutto in una terra come la Sicilia dove l’emergenza rifiuti tiene banco.