Condividi
Comunicare bene non significa "apparire"

Contratti P.A. 2025-2027, arrivano Social Media e Digital Manager negli enti locali: la Sicilia cambia davvero o resta ferma alle promesse?

lunedì 20 Ottobre 2025

Il 1° ottobre 2025, durante il Question time alla Camera dei deputati, il Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo ha annunciato una svolta storica per la Pubblica Amministrazione italiana: l’introduzione ufficiale dei Social Media Manager e dei Digital Manager nei contratti del personale per il triennio 2025-2027. La novità, sancita dalla Legge n. 69/2025 di conversione del Decreto Legge n. 25/2025, segna un passo decisivo verso la modernizzazione della comunicazione istituzionale e dei processi digitali in tutti gli enti pubblici.

Il Social Media Manager sarà responsabile della gestione dei canali digitali dell’ente, della produzione di contenuti istituzionali, del contrasto alle fake news e della promozione della partecipazione civica. Il Digital Manager, invece, coordinerà i progetti di innovazione tecnologica, l’integrazione dei servizi online e il rispetto degli standard AgID e delle normative europee.

Queste professionalità, inserite stabilmente nei profili contrattuali del Pubblico Impiego, mirano a rafforzare la trasparenza, migliorare l’efficienza dei servizi e ricostruire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni pubbliche.

In Sicilia, regione caratterizzata da forte eterogeneità territoriale e gap infrastrutturali significativi, l’arrivo di Social Media e Digital Manager rappresenta un’opportunità strategica per modernizzare comuni, province e Regione, garantendo informazioni tempestive, servizi digitali più accessibili e una partecipazione civica più attiva.

Tuttavia, la piena efficacia di questi ruoli dipenderà dalla capacità delle amministrazioni locali di superare resistenze interne e di mettere al centro gli interessi dei cittadini, lasciando da parte la priorità spesso attribuita alla comunicazione personale della politica locale.

L’articolo esplora il quadro normativo, le competenze richieste, le dichiarazioni ufficiali del Ministro, le criticità e le opportunità, con un focus dedicato sulla Sicilia, offrendo una visione complessiva della trasformazione digitale della P.A. italiana.

 

Contesto nazionale e quadro normativo 

 

La Legge n. 69/2025, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 9 maggio 2025, ha convertito il Decreto Legge n. 25/2025 introducendo significative novità per la Pubblica Amministrazione.

Tra queste, l’articolo 4, comma 9 istituisce ufficialmente i profili professionali del Social Media Manager e del Digital Manager, sancendo l’obbligo per gli enti pubblici di dotarsi di personale qualificato nella gestione della comunicazione digitale e nell’innovazione tecnologica. Dovranno, cioè, essere in grado di utilizzare anche l’Intelligenza artificiale in vari contesti, ad esempio per automatizzare risposte, analizzare commenti, prevedere trend comunicativi.

9-novies. Al fine di rafforzare il  processo  di  transizione
digitale, di sfruttare al meglio e nel modo  corretto  l'applicazione
delle  nuove  tecnologie,  come  l'intelligenza  artificiale,  e   di
migliorare la qualita'  dei  servizi  destinati  alle  imprese  e  ai
cittadini nonche' la necessaria partecipazione dei  cittadini  stessi
alla gestione delle politiche pubbliche, le pubbliche amministrazioni
possono individuare, tra il personale in servizio e nell'ambito delle
nuove  assunzioni  autorizzate  a  legislazione  vigente,  la  figura
professionale del social media e  digital  manager,  con  compiti  di
elaborazione di strategie comunicative specifiche per i social media,
in conformita' agli obiettivi istituzionali,  anche  fatte  salve  le
attuali competenze, e di gestione delle piattaforme di  reti  sociali
telematiche.

Il provvedimento introduce formalmente le due figure, stabilendo non solo le loro competenze tecniche, ma anche i criteri contrattuali per la loro inclusione stabile nei contratti collettivi nazionali del Pubblico Impiego.

Le risorse dovranno essere selezionate con criteri di merito, privilegiando esperienze e competenze reali in comunicazione digitale e strumenti innovativi. Non cambiano però le modalità di selezione, perché l’articolo specifica che “il concorso è lo strumento ordinario e prioritario per il reclutamento di personale da parte delle amministrazioni”.

Il Decreto PA ha anche chiarito le modalità di reclutamento del social media e digital manager. La selezione potrà avvenire innanzitutto internamente: si potrà cioè nominare una figura tra i membri del personale in forza. Tuttavia, se all’interno del personale mancano le figure adatte, sarà possibile avviare nuove selezioni. E, come abbiamo anticipato, le selezioni dovranno avvenire tramite procedura concorsuale.

La legge 69/2025 chiarisce però che le eventuali nuove assunzioni non possano comportare nuovi costi per le finanze della PA. Tuttavia, nonostante questo dettaglio, è chiaro che l’introduzione del social media manager nella PA comporterà nuove assunzioni. Tra Ministeri, Regioni e Comuni, la selezione prevede l’inserimento di più di 16.000 nuovi specialisti della comunicazione.

Sempre secondo l’articolo 4, la legge precisa per i Social Media Manager inoltre che questi professionisti devono possedere competenze certificate in comunicazione digitale, capacità di analisi dei dati e social analytics e padronanza di strumenti digitali innovativi, in linea con le linee guida dell’AgID.

Per il Digital Manager l’articolo 4 stabilisce che  coordini le iniziative tra dipartimenti, favorisca la digitalizzazione dei flussi operativi e assicuri il rispetto di normative sulla privacy, sicurezza dei dati e interoperabilità dei sistemi.

L’obiettivo è rafforzare la trasparenza, migliorare i servizi e rispondere alle nuove esigenze dei cittadini in un contesto sempre più digitale.
Fino a oggi, le linee guida AgID e l’Agenda Digitale Italiana avevano fornito solo indicazioni generali, ma mancava proprio un riconoscimento contrattuale stabile delle figure professionali dedicate alla comunicazione e all’innovazione.

L’inserimento di questi profili nel Contratto Collettivo 2025-2027 colma un vuoto normativo e istituzionalizza la figura del comunicatore digitale pubblico.

Il contesto nazionale mostra una progressiva evoluzione verso la digitalizzazione: SPID, PagoPA, poli digitali territoriali, e le piattaforme per l’interazione con cittadini e imprese hanno cambiato il modo di operare della P.A. Tuttavia, senza figure professionali dedicate, molte iniziative si sono rivelate frammentarie o discontinue.

Con i nuovi ruoli, si mira a garantire continuità e qualità nella gestione dei processi digitali e della comunicazione istituzionale.

 

Ruoli, funzioni e competenze 

 

Social Media Manager

Il Social Media Manager avrà il compito di gestire i canali digitali ufficiali dell’ente, dalla creazione di contenuti istituzionali e informativi alla moderazione delle interazioni con cittadini, associazioni e imprese.

Il suo obiettivo è garantire una comunicazione chiara, tempestiva e affidabile, contrastando fake news e disinformazione.

Le sue competenze includono: storytelling istituzionale, analisi dei dati digitali, gestione delle community online e coordinamento con uffici stampa e URP.

 

Digital Manager

Il Digital Manager sarà responsabile del coordinamento dei progetti di innovazione tecnologica, dell’integrazione dei servizi online e del monitoraggio del rispetto degli standard AgID e UE.

Tra le competenze chiave: project management, gestione del cambiamento organizzativo, analisi dei flussi di lavoro e consulenza tecnica per la digitalizzazione dei processi.

Entrambe le figure lavoreranno in stretta sinergia, favorendo strategie integrate di comunicazione e innovazione. L’obiettivo è costruire una cultura digitale condivisa dentro la P.A., dove la comunicazione istituzionale non sia più vista come accessoria, ma come parte integrante della governance pubblica.

 

Le dichiarazioni del Ministro Zangrillo al Question Time della Camera 

 

Nel suo intervento del 1° ottobre 2025, il Ministro Paolo Zangrillo ha definito l’introduzione dei Social Media e Digital Manager come un “passaggio storico verso una P.A. più moderna, trasparente e vicina ai cittadini”.

Il Ministro ha sottolineato come queste figure rappresentino “un investimento nella fiducia e nella partecipazione civica”, ricordando che la Legge n. 69/2025 e il D.L. n. 25/2025 sono “strumenti concreti per rendere stabile la trasformazione digitale”.

 

Zangrillo ha evidenziato che “una comunicazione efficace è la base della democrazia amministrativa”, aggiungendo che “il cittadino informato è un cittadino libero e partecipe”.

Durante il dibattito parlamentare, alcuni deputati hanno richiamato l’importanza di formazione e risorse adeguate per garantire che i nuovi ruoli non restino solo formali.

Il Ministro ha assicurato che nel Piano Triennale per l’Informatica nella P.A. 2025-2027 saranno previste linee di finanziamento dedicate e programmi di aggiornamento continuo, anche in collaborazione con Formez PA e AgID.

 

 Focus sulla Sicilia 

In Sicilia, la riforma assume un valore particolare. La regione si distingue per la frammentazione amministrativa e per la disomogeneità infrastrutturale: da un lato le grandi città — Palermo, Catania, Messina — dotate di esperienze digitali consolidate; dall’altro, decine di piccoli comuni ancora privi di servizi online o personale formato.

Il Social Media Manager potrà diventare ponte tra cittadini e istituzioni, promuovendo campagne informative, consultazioni pubbliche e iniziative partecipative. Il Digital Manager, invece, avrà il compito di coordinare progetti di innovazione, favorendo l’interoperabilità dei sistemi e l’adozione di piattaforme comuni.

Tuttavia, la Sicilia soffre di resistenze culturali e organizzative: molte amministrazioni locali restano ancorate a modelli comunicativi personalistici, dove la visibilità politica prevale sulla trasparenza istituzionale. La questione, quindi, non è solo tecnica, ma culturale: costruire una comunicazione pubblica condivisa, dove il cittadino torni al centro.

L’introduzione di queste figure apre opportunità reali ma anche contraddizioni profonde. In Sicilia, la riforma può rappresentare una leva per il cambiamento: maggiore efficienza, trasparenza e partecipazione. Ma la realtà mostra un sistema amministrativo spesso bloccato da inerzie e diffidenze.

Molte dirigenze pubbliche appaiono riluttanti ad accogliere professionalità esterne, temendo la perdita di controllo sulla comunicazione istituzionale. Parallelamente, la politica locale privilegia la comunicazione personale — social, slogan, immagine — rispetto a quella istituzionale e collettiva, spesso relegata in secondo piano. Il rischio è che le nuove figure, se non pienamente integrate, restino nomine simboliche prive di reale potere operativo.

A livello provinciale e regionale, le nuove figure potrebbero favorire la condivisione di buone pratiche, lo sviluppo di piattaforme comuni e strumenti di monitoraggio dei servizi digitali. Tuttavia, la politica locale spesso privilegia la visibilità personale rispetto all’innovazione, creando ritardi nell’adozione di strumenti digitali e limitando la comunicazione istituzionale verso i cittadini.

Superare queste resistenze sarà essenziale perché le nuove professionalità possano avere un impatto reale sulla trasparenza e sull’efficienza dei servizi pubblici.

dipendenti donne comuniEppure, la Sicilia dispone di un capitale umano e creativo notevole: giovani formati in comunicazione, informatica, design e data management, spesso costretti a emigrare. Se valorizzati, questi profili potrebbero diventare motore di rigenerazione amministrativa.

Serve però una visione politica chiara, formazione sistematica e un riconoscimento del valore strategico della comunicazione pubblica.


Solo così la riforma potrà trasformarsi da opportunità teorica in rivoluzione concreta per la Pubblica Amministrazione siciliana. Nonostante le criticità, le opportunità restano rilevanti: con visione strategica e formazione mirata, queste figure possono rendere l’azione pubblica più trasparente e accessibile, promuovendo una cultura digitale diffusa.

 

Prospettive e futuro della P.A. digitale 

 

Il futuro della P.A. italiana si gioca sulla capacità di rendere la digitalizzazione un processo inclusivo e permanente.
Le nuove figure professionali sono la spina dorsale di questo cambiamento. In Sicilia, il successo dipenderà da tre fattori: formazione continua, collaborazione interistituzionale e infrastrutture tecnologiche adeguate.

I Social e Digital Manager potranno diventare ambasciatori di una nuova cultura pubblica, capaci di connettere cittadini e amministrazioni, tradizione e innovazione. Ma servirà una leadership politica lungimirante, capace di comprendere che comunicare bene non significa apparire, ma rendere accessibile l’informazione.

L’inserimento dei Social Media Manager e dei Digital Manager nei Contratti 2025-2027 rappresenta una svolta epocale per la Pubblica Amministrazione italiana. Per la Sicilia, è un’occasione per colmare ritardi storici e ripensare la comunicazione pubblica come servizio e non come vetrina politica.

Collegato al Decreto PA è parte della strategia complessiva che prevede infatti di migliorare la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. La Legge 69/2025 intende migliorare i rapporti tra Pubblica Amministrazione e cittadini, introducendo una riorganizzazione degli enti locali per migliorare l’efficienza.

Non si tratta, dunque, solamente di migliorare la comunicazione con l’utenza finale, ma di introdurre la digitalizzazione a ogni livello. È un passo fondamentale e necessario: sono soprattutto gli enti locali versano in uno stato di arretratezza da questo punto di vista.

Secondo alcuni dati recenti, più del 50% degli enti locali ha un sito istituzionale puramente informativo. Il sito web, insomma, non permette alcun dialogo coi cittadini

I dati sui pagamenti digitali sono ancor meno incoraggianti dove solo il 30% degli enti locali italiani consente, attraverso il sito web istituzionale, di poter accedere ai pagamenti online.

L’obiettivo prioritario adesso è formare, integrare e valorizzare queste nuove competenze, garantendo continuità e trasparenza. Se la riforma sarà accompagnata da investimenti e visione, potrà segnare l’inizio di una nuova era amministrativa. Se resterà solo sulla carta, sarà un’altra promessa mancata.

La Sicilia — con la sua energia, le sue contraddizioni e la sua creatività all’interno della sua Pubblica Amministrazione — sarà il termometro di questa rivoluzione.

Questo articolo fa parte delle categorie:
Condividi
BarSicilia

Bar Sicilia, al Castello di Taormina con l’assessore Amata: “Destagionalizzazione e delocalizzazione fondamentali per il turismo, la sinergia con i portatori di interesse non deve mancare” CLICCA PER IL VIDEO

Ospite della puntata n.336, condotta da Maria Calabrese e Maurizio Scaglione, è l’assessore regionale al Turismo, Sport e Spettacolo Elvira Amata.

La Buona Salute

La Buona Salute 63° puntata: Ortopedia oncologica

La 63^ puntata de La Buona Salute è dedicata all’oncologia ortopedica. Abbiamo visitato l’Ospedale Giglio di Cefalù, oggi punto di riferimento nazionale

Oltre il Castello

Castelli di Sicilia: 19 ‘mini guide’ per la sfida del turismo di prossimità CLICCA PER IL VIDEO

Vi abbiamo accompagnato tra le stanze di 19 splendidi Castelli di Sicilia alla scoperta delle bellezze dei territori siciliani. Un viaggio indimenticabile attraverso la storia, la cultura, l’enogastronomia e l’economia locale, raccontata dai protagonisti di queste realtà straordinarie.

ilSicilia.it