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I fermi

Bimba denuncia gli abusi dei genitori al Telefono Azzurro, arrestata una coppia nel Palermitano

lunedì 27 Ottobre 2025

I carabinieri della compagnia di Monreale hanno arrestato una coppia di 30 e 44 anni per atti sessuali con minorenne. Una vicenda emersa grazie al coraggio di una bambina che ha contattato il numero del Telefono Azzurro, affidando agli operatori il racconto di ripetuti abusi sessuali.

La ragazzina, figlia biologica della donna, ha raccontato di essere stata costretta, insieme al fratello di qualche anno più grande anche lui figlio naturale dell’arrestata, a partecipare ad atti sessuali consumati dalla coppia. Gli operatori del Telefono Azzurro hanno riferito tutto ai carabinieri. Sono iniziate le indagini, coordinate dalla Procura, che ha delineato, sullo sfondo di un profondo degrado e isolamento sociale, i contorni di una vicenda familiare segnata da abusi e violenze.

Nel corso delle perquisizioni nella casa della coppia, i militari hanno sequestrato telefoni cellulari, personal computer e materiale informatico ritenuto utile alle indagini, oltre all’appartamento in cui si sarebbero consumate le violenze. Tutti gli oggetti sono ora al vaglio degli inquirenti. I due bambini sono stati portati in una comunità protetta.

“L’intervento tempestivo degli operatori di Telefono Azzurro, che hanno raccolto la segnalazione e attivato immediatamente la rete di protezione, ha permesso di avviare le procedure necessarie per mettere in salvo i minori coinvolti”. Lo dice Ernesto Caffo, Presidente di Telefono Azzurro.

La linea di ascolto 19696 e la linea di emergenza 114 di Telefono Azzurro, attivi 24 ore su 24, rappresentano per molti bambini e adolescenti l’unico punto di riferimento capace di offrire ascolto, protezione e intervento tempestivo – sostiene l’associazione – Ogni giorno, dietro una chiamata, si nasconde una storia di paura, ma anche la possibilità di essere creduti e di iniziare un percorso di tutela. È attraverso l’ascolto che si può riconoscere il dolore e interrompere il silenzio che circonda la violenza”.

“Troppo spesso la violenza si consuma nel silenzio, e la mancanza di ascolto rende invisibile la sofferenza. Per questo è essenziale che istituzioni, famiglie, scuola e comunità sappiano cogliere i segnali di disagio e offrano ai bambini la possibilità di essere ascoltati, creduti e protetti” conclude Caffo. 

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