“Già negli scorsi mesi – prosegue Falcone – avevamo ribadito che un Bilancio UE basato su piani nazionali per ciascuno Stato membro, sul modello Pnrr, avrebbe accentrato le risorse a livello statale, riducendo la flessibilità, la disponibilità di fondi e il ruolo dei territori. Avevamo inoltre messo in guardia la Commissione dal rischio di frammentare le politiche comuni come Coesione e PAC. Anche il principio cash for reforms solleva forti perplessità in termini di parità di trattamento fra gli Stati e i territori. Insomma, questo Qfp non convince nessuno. Rispetto alla Sicilia e il Mezzogiorno – sottolinea poi Falcone – deve essere chiaro che non si chiede assistenza, ma strumenti per crescere e competere. Su questo – conclude l’eurodeputato azzurro – saremo in prima linea a Bruxelles e Strasburgo per difendere il territorio”.




