Sono passati trent’anni dall’uccisione dell’avvocato penalista catanese Serafino Famà. L’omicidio avvenne il 9 novembre del 1995 , intorno alle 21, all’angolo tra viale Raffaello Sanzio e via Oliveto Scammacca. Famà venne raggiunto da 6 colpi di Berretta calibro 7,65 dotata di silenziatore, che lo colpirono ripetutamente al volto e al torace. Morì dopo una inutile corsa in ambulanza al Pronto Soccorso dell’ospedale Garibaldi.
Nello spazio dove oggi sorge un ampio parco con area di sosta attrezzata, il piazzale e il parco stesso sono stati ufficialmente intitolati alla sua memoria. Alla cerimonia hanno preso parte i figli Flavia e Fabrizia Famà, la moglie Vittoria Tudisco, il sindaco Enrico Trantino, numerosi colleghi della Camera Penale di Catania, magistrati, autorità civili e militari, amici e conoscenti.
Un momento semplice ma carico di significato, per ricordare il sacrificio del legale catanese, barbaramente assassinato dalla mafia.
“Rendiamo onore all’impegno per la legalità e alla fermezza con cui Serafino Famà si oppose ai voleri dei boss mafiosi“, dichiara il sindaco Trantino.
“Io lo chiamavo affettuosamente ‘zio’, e oggi sono qui non solo come sindaco ma come amico che fin da quand’ero bambino conobbi nello studio di mio padre. Rendo omaggio a un uomo e a un avvocato che ha difeso fino al sacrificio della vita la sua incrollabile dedizione alle leggi e al rispetto della professione. Questo parco, appena realizzato e già molto frequentato dai catanesi, intitolato a Serafino Famà, si affianca idealmente allo spazio di fronte che porta il nome del giudice Giovanni Falcone. Avvocatura e magistratura sono due pilastri della legalità sui quali deve poggiare lo Stato di diritto, sorretto da uomini coraggiosi e onesti.”




