Negli ultimi anni la loro incidenza è aumentata in modo significativo, complice l’esposizione crescente ad allergeni ambientali, inquinamento e cambiamenti climatici. Si stima che la rinite allergica interessi oltre un terzo della popolazione, mentre l’asma colpisce milioni di adulti e bambini. Un dato particolarmente rilevante è la stretta relazione tra le due patologie: fino al 40% dei pazienti con rinite può sviluppare asma nel corso della vita, confermando il legame profondo tra le alte e le basse vie aeree.
“La rinite allergica è considerata uno dei principali fattori di rischio per la comparsa dell’asma. Nella maggior parte dei casi può precederne l’insorgenza e, quando le due condizioni coesistono, la rinite tende ad aggravare la sintomatologia asmatica. Di fatto possono essere considerate due facce della stessa medaglia, perché le vie aeree vanno viste come un sistema unico che inizia dalle fosse nasali e termina nelle diramazioni più periferiche dell’albero bronchiale. Qualunque stimolo infiammatorio a carico delle alte vie aeree coinvolgerà inevitabilmente anche quelle più basse. Gli allergeni coinvolgono simultaneamente naso e bronchi. A livello nasale compaiono congestione, rinorrea acquosa e prurito. A livello bronchiale il fenomeno più evidente è il broncospasmo, che si manifesta con respiro sibilante, costrizione toracica e sensazione di mancanza d’aria. La predisposizione genetica ha un ruolo importante, ma ambiente e stili di vita incidono in modo determinante. L’esposizione agli allergeni, i fattori professionali, il contesto abitativo, tutto può contribuire ad aumentare il rischio di sviluppare malattie respiratorie allergiche e croniche”.
A dichiararlo è Nicola Scichilone, professore ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio all’Università di Palermo e direttore della UOC di Pneumologia del Policlinico “Paolo Giaccone”, per il PROMISE, il Programma Mattone Internazionale Salute, che nel quadro delle sue attività di promozione della salute sostiene iniziative dedicate alla sensibilizzazione, alla prevenzione e alla gestione delle malattie respiratorie croniche, attraverso campagne educative, collaborazione tra sistemi sanitari europei e diffusione delle buone pratiche cliniche.
Come riconoscere l’evoluzione da rinite allergica ad asma?
“È ormai acclarato che la rinite allergica rappresenta un fattore di rischio significativo per la comparsa dell’asma. Quanto più i sintomi rinitici sono persistenti e quanto più sono gravi, tanto maggiore è la probabilità che la malattia evolva verso l’asma – spiega il professore–. I primi campanelli d’allarme da attenzionare sono il respiro sibilante, la costrizione al petto e gli episodi, anche occasionali, di fiato corto: segnali di un’iperreattività bronchiale che può essere la fase iniziale o addirittura la prima manifestazione di asma”.
Nuove terapie
“Sia la rinite allergica che l’asma sono patologie infiammatorie croniche. La terapia di fondo è l’antinfiammatorio, in particolare il cortisonico per via inalatoria, come spray nasale per le alte vie e inalatore per i bronchi. A questi si associano antistaminici per la sintomatologia rinitica e broncodilatatori in combinazione con corticosteroidi per il controllo dell’asma – evidenzia –. Esistono poi due capisaldi fondamentali: l’immunoterapia specifica, cioè la desensibilizzazione agli allergeni, e le terapie biologiche. Queste ultime hanno rivoluzionato il trattamento delle malattie respiratorie croniche. Sono efficaci non solo nelle forme di asma grave, ma anche nei pazienti con rinite allergica associata a poliposi nasale”.
Diagnosi precoce e prevenzione
“La gestione ottimale di rinite e asma passa dalla consapevolezza dei pazienti e dal monitoraggio clinico costante. Intercettare la malattia nelle sue fasi iniziali, riconoscere i segnali di peggioramento e intervenire subito permette di evitare complicanze e migliorare nettamente la qualità di vita. Non bisogna sottovalutare i sintomi né rimandare i controlli: prevenzione e diagnosi precoce rimangono le armi più efficaci”, conclude Scichilone.




