Qualche settimana fa ha destato grande curiosità, a livello internazionale, l’immissione nel mercato di una candela per ambienti dal titolo, neanche poi tanto misterioso, “This Smells Like My Vagina” (Odora come la mia vagina) di cui è produttrice e testimonial l’attrice Gwyneth Paltrow.
Superfluo dire che dal suo lancio c’è una lunga lista d’attesa per l’acquisto della medesima, che on line si può recuperare al prezzo di 75 dollari; neanche poi tanto contenuto come prezzo per la verità, considerando che si tratta di una normalissima candela che ‘odora’ di agrumi in fin dei conti.
E superfluo dire che questo oggetto si sta rivelando il caso commerciale dell’anno.
Dopo un primo momento di scoramento del tutto soggettivo – in definitiva è una mera mossa commerciale che fa sorridere e trova facile accoglimento nell’immaginario maschile, dimostrandosi, come previsto, anche molto remunerativa – a noi ha fatto venire in mente un’antica tradizione del Sud Italia, tramandata anche in Sicilia dalle nostre nonne. La particolare attenzione riservata alle parti intime, soprattutto femminili, al momento della nascita, infatti, appartiene al nostro bagaglio culturale da sempre. I riti propiziatori, ieri come oggi, dalla camicia rossa portafortuna da indossare subito dopo il primo bagnetto, al conservare un medaglione che raffiguri un angelo protettore nella culla, sono solo due esempi delle infinite varianti delle azioni da compiere a beneficio del nascituro.
Ma su quel “triangolo magico” delle femmine – concedeteci la metafora – la fantasia delle “mammane” ha trovato terreno più fertile.
Si perché, considerata fondamentale una buona e gradevole ”essenza” della vagina, pratica indispensabile è sempre stata quella di cospargere il sesso della neonata con un pizzico di zucchero al fine di donare la capacità di attirare e sedurre il futuro amato, anche attraverso i sensi del gusto e dell’olfatto.
Ed ecco che la trovata della Paltrow non è poi un’idea così originale: ci stupisce, semmai, che non sia stato un siciliano ad avere avuto quest’idea commerciale, magari gli stessi Dolce & Gabbana avrebbero potuto pensarci, visto che la Sicilia è il loro punto di riferimento negli ultimi anni.
Anche i maschi d’altro canto – e per fortuna ci viene da dire – non erano esclusi da pratiche altrettanto propositive per una futura vita sessuale piena e soddisfacente ma ne parleremo, eventualmente, quando sul mercato spunterà qualcosa di equivalente.
Se la “pratica della zucchero” sia ancora in uso negli anni 2000 non sappiamo dirlo con sicurezza e, a questo punto, forse, dobbiamo ringraziare l’iniziativa dell’attrice statunitense che ci ha fornito l’occasione di riportare in luce antiche tradizioni che non fanno male a nessuno, anzi rendono il gusto della vita più ‘dolce’.