Le prossime elezioni amministrative in Sicilia iniziano a scaldare gli animi dei deputati regionali, che curano il consenso nei loro territori. In Sicilia saranno 64 i comuni che andranno al voto in autunno, con rischi indiretti – ma non troppo – per la tenuta della maggioranza a Sala d’Ercole non da poco.
Le partite elettorali che si disputano in provincia di Messina e nel capoluogo ad Agrigento, infatti, rischiano di frantumare il centrodestra. Un messaggio chiaro ed evidente che questa partita va giocata con tutte le armi politiche possibili è il continuo rinvio della deroga in merito ai gruppi parlamentari di Ora Sicilia e Lega. Tutto nasce dalla necessità di disporre di quattro deputati per formare un gruppo a Sala d’Ercole. Il comma due dell’articolo 23 del regolamento interno dell’Ars, infatti, parla chiaro: “Ciascun gruppo deve essere costituito da almeno quattro deputati”.
Possibile derogare al principio, ma con alcuni paletti: il comma tre afferma: “L’Ufficio di Presidenza può autorizzare la costituzione di un Gruppo con un numero inferiore di deputati purché questi siano stati eletti in almeno due circoscrizioni, nonché rappresentino partiti o movimenti organizzati nell’intera Regione e/o abbiano rappresentanza, organizzata in Gruppi parlamentari, al Parlamento nazionale”. Ma al momento i partiti di Ora Sicilia e Lega sono in stand by. Sospesi nell’aria. E se il capogruppo della Lega Catalfamo si dice certo e sicuro dell’arrivo della deroga a breve, differente è la visione di Luigi Genovese, capogruppo di Ora Sicilia. Una sua nota inviata agli undici componenti del consiglio di presidenza, mostra tutte le paure e perplessità del caso. Come mai questa diversità di posizione tra i due deputati?
Una risposta potremmo riscontrarla in un paese del Messinese. A Barcellona Pozzo di Gotto da tempo Catalfamo avrebbe stipulato un patto di ferro con un fedelissimo del presidente Miccichè. Il capogruppo di Forza Italia, Tommaso Calderone e il leghista Catalfamo
sponsorizzerebbero la candidatura a sindaco di Pinuccio Calabrò, avvocato penalista molto noto in paese.
Candidatura, a quanto pare, non condivisa da altri partiti di coalizione. E nonostante l’invito da parte dei rappresentanti del centrodestra a rimodulare il nome di un candidato unitario a Barcellona, i due sembrerebbero fare orecchie da mercante.
Nel messinese gioca un ruolo molto importante anche Italia Viva con il suo Beppe Picciolo. Sembra proprio che il partito di Renzi abbia già bandito una tavola fatta di accordi e strette di mano con il partito di Forza Italia all’Ars. D’altronde alcune votazioni di Italia Viva a Palazzo dei Normanni hanno scoperto il mimetico gioco politico del gruppo parlamentare.
Un’altra ipotesi si riscontra anche ad Agrigento , con le parole del vice presidente dell’Ars Roberto De Mauro sull’apertura politica della Lega di Salvini ai movimenti autonomisti.
Dice l’uomo di Raffaele Lombardo: “Leggo con attenzione la linea aperturista della Lega attraverso le parole di Candiani e Minardo per stipulare patti federativi con movimenti autonomisti e regionali che hanno come background intese politiche che spingono alla crescita della Sicilia e delle autonomie locali, in una logica che vede un partito nazionale la Lega assecondare i legittimi interessi dei territori e dei cittadini attraverso politiche settorializzate che mettono al centro le reali esigenze di ripartenza economica e sociale che abbiano come fine ultimo la crescita del popolo siciliano. Siamo stati antesignani nel 2006 di un percorso tra la Lega e Movimento per le autonomie che individuava nella fiscalità di vantaggio, nel federalismo fiscale e nella realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina gli obiettivi prioritari per il rilancio del mezzogiorno”.
Cosa vorrà dire ad Agrigento questo messaggio che lancia De Mauro? Forse che la tanto attesa candidatura a Sindaco della città del camaleontico Marco Zambuto da parte di Fratelli di Italia e difesa a spada tratta dalla deputata di Diventerà Bellissima
Giusy Savarino inizia a sciogliersi come neve al sole.