Giulio Caporrimo, il capomafia arrestato nell’operazione antimafia che ha decapitato il mandamento, non è un boss qualunque. Dopo la scarcerazione l’uomo d’onore era riuscito a riorganizzare il mandamento di Tommaso Natale-San Lorenzo in pochi mesi. Già anni prima, nel 2011, finì in manette mentre stava ritessendo le fila del territorio. Gli investigatori avevano scoperto il tentativo di dare un ruolo di primo piano al mandamento, operazione che era stata portata avanti anche con un incontro a Villa Pensabene.
Più di recente, però, Caporrimo si è guadagnato le prime pagine dei giornali per essere stato l’uomo con cui Massimo Carminati, ‘er cecato’ dell’indagine romana ‘Mondo di Mezzo’ recentemente scarcerato, passeggiava in cortile durante l’ora d’aria che gli spettava nel periodo di detenzione. “Quando avevo 16 anni – diceva Carminati a Caporrimo, come ha raccontato l’Espresso – andavo in giro armato di pistola, quando poi i miei amici sono morti tutti ammazzati, io mi sono specializzato in quello che loro dicono e mi accusano, ma non hanno capito che gli piscio in testa se voglio“