In Sicilia prove tecniche per un centrodestra moderato. In questo spazio politico si sta penando per reinventarsi allo scopo di fare i conti con legge elettorale, proporzionale con lo sbarramento del 5%. In Sicilia i primi a muoversi su questo versante sono Gianfranco Miccichè e Italia Viva. Il nuovo polo potrebbe essere ‘condito’ anche dal nuovo partito di Calenda, Azione, e +Europa.
La Sicilia è sempre stata laboratorio politico di Italia. E questa volta le prime lenze da pesca vengono lanciate dal gruppo parlamentare di Renzi e dal presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè. Alcune delle disposizioni adottate a Palazzo dei Normanni avevano fatto intendere l’inizio un flirt tra Forza Italia e Italia Viva. Un episodio su tutti: il ddl semplificazione. La legge di sburocratizzazione in Sicilia è stata fortemente voluta dal renziano di ferro Luca Sammartino, ma dietro c’era anche la longa manus del presidente dell’Ars. Lo stesso leader di Italia Viva da tempo afferma: “Porte aperte a chi vorrà venire in questo progetto, non da ospite ma da dirigente. Noi non tiriamo la giacchetta, Italia Viva è un approdo naturale per tutti, è questione di tempo”. Più volte l’ex sindaco di Firenze ha usato la parola “contaminazioni”.
E quindi dalla Sicilia sembra proprio che stia partendo una contaminazione di un centrodestra moderato formato da più anime che si potrebbero sintetizzare come una sorta di vecchia Democrazia Cristiana in salsa contemporanea. Un polo in cui andrebbero a convergere tutte quelle anime moderate del paese contro il sovranismo della Meloni e di Salvini a favore dell’Europa.
Il polo che potrebbe nascere sarà di stampo cattolico, con un tentativo di ‘ravvedimento’ rivolto agli elettori smarriti dalla nuova politica ad personam. Una miriade di personaggi politici di un certo peso che partono dall’Udc, passando dagli autonomisti popolari sino ad arrivare a +Europa. “Il bluff degli autonomisti che flirtano con la Lega durerà il tempo di queste amministrative di autunno”, qualcuno afferma tra i corridoi di Palazzo dei Normanni.
Ma come già scritto chi sta ponendo la prima impalcatura in merito a questo nuovo polo moderato in Sicilia sono gli azzurri di Silvio Berlusconi e i deputati regionali di Italia Viva. Non a caso la scorsa settimana il presidente dell’Ars Miccichè era a cena a casa del deputato palermitano di Italia Viva: Edi Tamajo. I due, che se si conoscono da tempo, sembrano avere un certo feeling politico all’interno di Palazzo dei Normanni.
Insomma un ‘polo del buon senso’ alternativo e autonomo rispetto a sinistra, pentastellati e sovranisti, in particolar modo alla luce di una quasi certa legge elettorale proporzionale.
Ovviamente il percorso non è facile, sia perché presuppone di mettere insieme forze che in precedenza hanno militato in campi opposti, sia perché è diviso tra coloro che si sono opposti alla nascita del governo giallorosso – Azione e +Europa – e ora stanno all’opposizione, e chi – come Italia Viva – sono stati i promotori della sua creazione per bloccare i “pieni poteri” di Salvini. E del tutto evidente che se il governo durerà fino al 2023 la creazione della federazione si muoverà con molta difficoltà, perché il processo costituente sarà sovra determinato dagli schieramenti parlamentari e dalle dinamiche interne delle forze di governo.