A trovare i resti ossei che potrebbero appartenere al 99% al piccolo Gioele, il bimbo di 4 anni scomparso il 3 agosto scorso con la madre, Viviana Parisi, la Dj di 43 anni poi trovata morta, è stato un ex carabiniere in pensione Giuseppe Di Bello, 55 anni, di Capo D’Orlando.
Il militare in congedo questa mattina aveva raccolto l’appello di Daniele Mondello, padre di Gioele, unendosi ad alcune centinaia di volontari che hanno cominciato a perlustrare la zona attorno all’autostrada Messina-Palermo.
L’uomo dopo aver trovato i resti ha chiamato i vigili del fuoco che a loro volta poi hanno girato la segnalazione al magistrato che coordina l’inchiesta, il procuratore di Patti Angelo Cavallo, e alla polizia scientifica.
Francesco Radicic, un altro volontario che era insieme all’ex carabiniere, ha detto che Di Bello era molto motivato: “Aveva in mano una falce con cui si è fatto largo in mezzo ai rovi e a una fitta vegetazione fino a trovare i resti”.
Il corpo è irriconoscibile e i resti sarebbero straziati dagli animali selvatici che li avrebbero trascinati all’interno di una fitta radura, tra la boscaglia che circonda la zona, a circa 700 metri di distanza dal traliccio ai piedi del quale è stato scoperto il cadavere di Viviana Parisi.
IL RACCONTO DEL VOLONTARIO
“Sono arrivato sul posto alle 5 del mattino. Abbiamo trovato i resti dove gli altri non avevano cercato”. Così Giuseppe Di Bello, carabiniere in pensione, ha commentato il ritrovamento di quelli che potrebbero essere i resti di Gioele Mondello.
Di Bello riferisce che “la scoperta è avvenuta intorno alle 10.20 – aggiunge – E ho subito dato l’allarme”.
Del piccolo sarebbero stati trovati il tronco, gli arti e brandelli di vestiti. I resti erano a 200 metri dalla piazzola in cui la Parisi aveva abbandonato la macchina dopo aver subito un incidente e a 700 metri dal traliccio sotto al quale è stato trovato il cadavere della donna.
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