“Al governo chiediamo innanzitutto che non ci lasci soli per come ha fatto fino ad ora.”
Lo ha dichiarato il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, oggi a Roma per protestare in merito alla vicenda dei pescatori trattenuti in Libia.
“Per il primo mese – ha continuato – c’è stato un silenzio assordante su questa vicenda. E’ improponibile. E’ da settimane che queste donne sono lì e sembra che nessuno se ne sia accorto. Poi chiediamo che ci sia uno slancio in questa trattativa che sappiamo essere complicata perché la Libia in questo momento è altamente destabilizzata e da anni il governo italiano conta molto poco. Occorre uno slancio per queste trattative e occorrono segnali ben precisi che arrivino a Mazara del Vallo.”
“Sono venuto a portare la voce della comunità mazarese – ha spiegato il sindaco – a quel presidio di donne, che sono mamme, mogli e figlie dei nostri pescatori prigionieri già da 44 giorni a Bengasi dalle forze del generale Haftar e per portare un grido di protesta contro il governo perché la nostra comunità si sente abbandonata“.
Quinci ha ricordato che “l’aula consiliare in questo momento ospita un presidio di famiglie e di membri della comunità marittima di Mazara del Vallo. Abbiamo questo presidio che è permanente. Queste donne dormono e stanno sotto il sole e sotto la pioggia a Roma. Oggi – ha evidenziato – sono venuto a incatenarmi simbolicamente con loro per portare la voce di tutta la comunità di Mazara.”
“Siamo in contatto continuo con la Farnesina, che ci aggiorna con l’unità di crisi – ha aggiunto in merito alle condizioni dei pescatori – e anche attraverso altri canali informali che provengono direttamente da media libici o da soggetti che hanno rapporti commerciali con la nostra marineria. Sappiamo che le condizioni sono abbastanza buone ma non ci sono notizie ufficiali. Soprattutto non abbiamo alcun contatto né telefonico né visivo da almeno 35 giorni. Questa faccenda è davvero inaccettabile. Chiediamo che arrivi un contatto perché la comunità dei familiari e dei marittimi di Mazara si trova in uno stato di profonda frustrazione.”
Il sindaco del comune siciliano ha sottolineato che in questo momento “A Mazara c’è molto sconcerto e c’è uno stato di frustrazione che a volte sfocia anche in episodi di rabbia. Siamo già al limite della sopportazione – ha continuato – e tutto questo ha riflessi anche sull’attività economica: c’è un’area, che sono acque internazionali dove noi andiamo a pescare, che ci trova totalmente scoperti alla mercé dei capricci delle forze libiche. E’ un’area internazionale che la Libia ha dichiarato, in maniera autonoma, acque territoriali fino a 70 miglia. La cosiddetta guerra del pesce va avanti ormai da decenni ma mai come in questo momento pescare lì è diventato pericoloso. Abbiamo due questioni: una immediata, che è riportare i nostri uomini a Mazara, una futura che è invece garantire condizioni di pesca normali. E lì deve intervenire l’Unione europea” ha concluso.