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Un canile abusivo, con circa 40 animali al suo interno, realizzato illegalmente su un terreno di proprietà del Comune di Catania è stato scoperto da agenti del commissariato di Librino durante controlli nell’Oasi del Simeto eseguiti con personale addetto alla vigilanza di Riserve naturali.
Durante i controlli la polizia hanno scoperto che la struttura era alimentata da energia elettrica, ma era sprovvista di contatore.
Fatto di rilievo è che, chiusi a chiave in casa, vi erano 2 bambini di 6 e 12 anni con esposizione a pericolo anche perché, in detta fascia di età, la normativa di settore vieta che restino da soli. Dopo un significativo lasso di tempo e dietro richiesta da parte dei poliziotti, giungevano in loco C. D. F. di anni 43 (pluripregiudicato) e G. G. N. di anni 33 che hanno confermato di avere lasciato i suindicati figli minori in casa e, tra l’altro, di essere privi di qualsiasi autorizzazione per la realizzazione del citato canile.
In loco la polizia ha visionato la presenza di molti cani detenuti in condizioni incompatibili con la loro natura: alcuni, sofferenti, erano rinchiusi in un piccolo sgabuzzino chiusi a chiave con una porta in ferro totalmente al buio e senza areazione naturale; altri cani (anche cuccioli) erano all’interno di recinti fatiscenti e colmi di escrementi e sporcizia pregressa; l’acqua, quando presente, era in delle vasche sporche e con vegetazione formatasi a causa dell’assenza di pulizia.
I titolari di detto rifugio, che operano attraverso un’associazione che gestiscono e che é finalizzata alla tutela degli animali, al momento delle contestazioni hanno iniziato, ripetutamente, ad oltraggiare, minacciare e opporre resistenza agli operatori rifiutandosi di fare ultimare i controlli di polizia. Sul posto é intervenuto anche il personale dell’U.P.G.S.P. e della Polizia Scientifica. Soltanto dopo ore, hanno consentito di aprire la porta di casa (chiusa a chiave con doppia mandata) e far visionare la presenza dei bambini e ciò in quanto, interesse dei poliziotti, era di accertarsi che stessero bene.
Alla luce dei fatti esposti, C. D. F. é stato indagato in stato di libertà ai sensi degli artt. 341 bis (oltraggio a p.u.), 336 (minaccia a p.u.), 337 (resistenza a p.u.), 727 (detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura), 624 e 625 (furto di energia elettrica), 591 (abbandono di minori), 633 e 639 bis (invasione di terreni pubblici) c.p. e abuso edilizio; G. G. N. é stata indagata in stato di libertà per i medesimi reati tranne il furto.
Il personale addetto alla vigilanza delle riserve naturali ha altresì proceduto alle previste contestazioni per la realizzazione in detti luoghi di opere edili senza autorizzazione. Infine, G. G. N. è stata sanzionata anche per mancanza di dispositivi Covid-19 e ciò in quanto, nonostante richiestole più volte, con arroganza si rifiutava di indossare sputacchiando verso le forze dell’ordine.