Con un tweet il Capitano Ultimo ha annunciato l’avvio delle procedure per togliergli la scorta da parte del governo. “Nessun pericolo, la mafia non c’è più, è stato un gioco“, ha scritto polemicamente il colonnello Sergio De Caprio, che ha condiviso la foto della lettera ricevuta, che ha per oggetto: “Comunicazione di avvio del procedimento di revoca, ai sensi dell’articolo 7 della legge 241/1990“. A De Caprio viene comunicata l’interruzione del “dispositivo di 4° livello ‘tutela su auto non protetta‘” dopo che dall’istruttoria “non sono emersi specifici indicatori di rischio riferiti alle ipotesi di pericolo o minaccia”.
La scorta gli era già stata revocata una volta, salvo poi essergli restituita lo scorso giugno dopo che il Tar del Lazio aveva giudicato illegittima la revoca decisa dall’Ufficio Centrale Interforze per la Sicurezza Personale (Ucis).
“Tutti invitati alla prossima cerimonia. Via la tutela al Capitano Ultimo, in fondo se l’è cercata e basta indagini, non servono più“, ha commentato su Twitter l’ufficiale dei carabinieri che arrestò Totò Riina, nello stesso giorno in cui la Cedu (la Corte europea dei diritti dell’uomo) ha chiesto all’Italia di riformare la legge sull’ergastolo ostativo. “È la visione dei Ucis e del comando generale Carabinieri, per loro la mafia, Bagarella e Matteo Messina Denaro non sono un pericolo attuale per il Capitano Ultimo. Se l’è cercata come Falcone e Dalla Chiesa“, ha aggiunto De Caprio, commentando la notizia.