Arrivano i cinesi nel negozio Grande Migliore di via Generale Di Maria che la società Gieco Srl aveva deciso di chiudere il 31 dicembre decretando il licenziamento dei suoi dipendenti. Adesso, a distanza di un mese, proprio nello stesso locale sta per aprire un nuovo punto vendita gestito da una società cinese. Si tratta della New Star, società amministrata da soci di origine cinese che in città hanno già aperto altri negozi a marchio Z&H.
Una buona notizia, quindi, per i lavoratori licenziati che potrebbero ritornare al lavoro, ma i sindacati temono che la nuova società non sia disposta a riassumerli.
Emblematico è a tal proposito il silenzio dell’azienda. Come spiegano Marianna Flauto e Mimma Calabrò, segretarie regionali rispettivamente della Uiltucs e della Fisascat Cisl “abbiamo già chiesto un incontro alla New Star e alla Milton, società appartenente alla famiglia Bellavia che ha in subaffitto l’immobile e che a sua volta ha subaffittato a New Star. Ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta”.
“Quello che appare – dicono Uiltucs e Fisascat – è che probabilmente il meccanismo che queste aziende hanno messo in campo ha il preciso obiettivo di tentare di eludere le norme che prevedono la garanzia dei livelli occupazionali. Tutela che sono comunque riconosciute dalla legge. In assenza di una chiara e concreta disponibilità da parte della società alla salvaguardia dei lavoratori, saremo costretti ad attivarci presso le sedi competenti per garantire i diritti lesi e far emergere le eventuali violazioni della legge che si riscontreranno”.
I sindacati chiedono, quindi, che “le autorità competenti intervengano affinché venga fatta chiarezza sulla vicenda, non si può permettere a queste aziende di assumere nuovi lavoratori magari godendo dei benefici derivanti dagli sgravi fiscali e contributivi e allo stesso tempo di lasciare a casa i lavoratori che hanno diritto al mantenimento del posto di lavoro su quell’unità produttiva. L’assenza di controlli anche sulla regolarità dei rapporti di lavoro – concludono i sindacati – favorisce il proliferare di rapporti irregolari, di lavoro nero, il dumping contrattuale, condizioni spesso subite dai lavoratori per lo stato di bisogno in cui versano”.