Di Veronica Gioè, Davide Guarcello –
L’inchiesta de ilSicilia.it sul Ponte Corleone, ripresa poi anche da Stefania Petyx per Striscia la Notizia, da oltre una settimana tiene banco in Consiglio Comunale. Il consigliere Sandro Terrani (Mov139) sollecita l’Amministrazione, insieme al consigliere dell’opposizione Mimmo Russo (Fdi), ad intervenire il prima possibile prendendo in mano la situazione che potrebbe degenerare.
Questi appoggia la linea del gruppo consiliare pentastellato che ha chiesto l’immediata chiusura del ponte, che sarebbe “relativamente pericoloso”. Dal 2012, quindi da anni, si conosce lo stato in cui versa il Ponte Corleone che rappresenta l’unico collegamento della città per l’autostrada. Da allora, nessuna manutenzione straordinaria è stata fatta, in quanto mancano i soldi (20 milioni di euro).
«Servono intanto analisi geo-gnostiche e strutturali che costano 180mila euro. Chiederò al Sindaco di prelevarli immediatamente dal fondo di riserva – dice Terrani – ne vale della sicurezza di tutti i cittadini. Sono stato colui che ha sollevato il problema dal punto di vista politico: qui non importano i colori politici, mi schiero dalla parte della città. Dobbiamo stare addosso al problema».
Gli fa eco il collega Russo, che aggiunge: «La manutenzione ordinaria va fatta, non bisogna aspettare l’emergenza e gli interventi straordinari. La vostra inchiesta, ripresa da Striscia, non può passare inosservata. Un piano di evacuazione della città metterebbe in crisi tutto l’apparato. Io sono per chiudere il ponte, come hanno detto i Cinquestelle. Non si può rischiare. L’alternativa sarebbe di effettuare i lavori in fasi alternate, chiudendo prima una carreggiata e poi l’altra, dato che sono due strutture “gemelle”. Dispiace che certa stampa accusi i consiglieri di aver impantanato il Consiglio Comunale». E poi denuncia: «L’emendamento per la manutenzione dei ponti cittadini (2,8 mln) è scomparso dal Bilancio», afferma Russo.
Intanto prosegue la corsa contro il tempo per non perdere i fondi del Patto per Palermo che finanzia il progetto di “Raddoppio del Ponte Corleone”, naufragato 10 anni fa per via del contenzioso con l’impresa Cariboni.