Nel giorno in cui si è celebrata all’Ucciardone la commemorazione di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, uccisi dalla mafia il 30 aprile del 1982, è stato inaugurato GiglioLab, il laboratorio artigianale per la produzione di pasta di alta qualità che darà lavoro a decine di detenuti. Dieci di loro sono stati formati e già quattro di loro cominceranno a lavorare a giorni. “Noi crediamo molto nel reinserimento ed è questo lo spirito che ci ha spinto, sin dal primo giorno, ad abbracciare questa attività”, spiega Giuseppe Giglio, amministratore unico della società che gestirà il pastificio.
GUARDA IL VIDEO IN ALTO
“Siamo seguiti dal Consorzio Ballatore – aggiunge – che ci certifica tutto il percorso del grano: dalla coltivazione sino alle fasi di raccolta e molitura. L’obiettivo è quello di entrare in quelle nicchie di mercato che ricercano soprattutto quella qualità che la grande distribuzione, le grandi ditte i grandi industriali non riescono a raggiungere”.
“Utilizziamo del grano siciliano per la pasta normale – spiega Mimmo Giglio, responsabile del progetto – quindi un composto tra duilio, iride e simeto. Per la pasta integrale abbiamo valorizzato invece e vogliamo utilizzare solo perciasacchi. E’ la risposta italiana, o palermitana, al famigerato kamut di cui tanto si è parlato. Si tratta di una semola molita assolutamente a pietra. Ovviamente il tutto è abbinato all’altissimo valore sociale che diamo al nostro prodotto”.