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E' il primo della Sicilia

A Siracusa il primo Parco inclusivo pedagogico che educa e unisce, Gilistro: “Un modello da proteggere e replicare” CLICCA PER IL VIDEO

sabato 20 Settembre 2025

“C’è una grande emergenza psicologica, genitoriale e sociale. Questo spazio restituisce ai bambini la voglia di crescere, di gioire e di condividere”. Con queste parole

Carlo Gilistro, pediatra e deputato M5S, inaugura a Siracusa il primo Parco Inclusivo Pedagogico della Sicilia, da lui sostenuto e promosso.

“Non è solo un parco per i più piccoli, ma un luogo intergenerazionale dove famiglie e nonni possono giocare insieme, prevenendo anche i disturbi dell’anziano – spiega -. La sfida vera è proteggere questi luoghi dal degrado e dal vandalismo, affidandone la gestione ad associazioni che li rendano vivi e partecipati”.

L’inclusività

Il nuovo spazio non è semplicemente accessibile, ma rappresenta un modello di inclusione reale.

“Troppo spesso in Italia i cosiddetti “parchi inclusivi” si limitano a eliminare barriere architettoniche senza prevedere giochi adatti ai bambini con disabilità – evidenzia -. Qui invece i giochi sono stati progettati findall’inizio per permettere a tutti i bambini, normodotati e non, di vivere la stessa esperienza. Non un’area separata, dunque, ma una comunità in miniatura dove il gioco diventa strumento di crescita condivisa”.

Il percorso dei giochi

Il Parco Inclusivo Pedagogico del Foro Siracusano, situato tra i villini di via Malta e Corso Umberto, si sviluppa come un circuito ispirato al simbolo dell’infinito, senza un inizio e una fine definiti, che invita alla scoperta continua. All’ingresso si trova il Viale Sonoro, che stimola udito e vista, mentre l’area delle FastCar consente anche ai bambini con ridotta mobilità di muoversi in autonomia.

Le zone centrali ospitano giochi che stimolano psicomotricità e creatività, come il Caleidos, il Bagno di palline e lo Xilofono. Al centro sorge il Gazebo delle storie, pensato come agorà per letture e racconti. La parte finale ospita strutture di gruppo come il Tunnel Mangiatutto, il Seggiolone Fluttuante e i Fiori Appiccicosi, che favoriscono collaborazione ed equilibrio. Ogni gioco veicola specifici obiettivi pedagogici: sviluppare la resilienza, rafforzare l’autostima, promuovere la cooperazione e la narrazione di sé.
Questi giochi sensoriali – rimarca con forza – hanno la possibilità, già nei primi anni di vita, di implementare la crescita cognitiva, psicologica ed emozionale, sostenendo la costruzione del sé e della propria identità. Attraverso colori, suoni e stimoli multisensoriali, i bambini vengono coinvolti in un percorso che li educa alla socialità e li libera dalla solitudine delle loro stanzette. È così che si abituano naturalmente ad abbandonare i cellulari. Quando attorno a loro c’è un mondo di giocosità, non c’è bisogno di vietare nulla, perché il gioco stesso diventa più attraente della tecnologia”.

Il ruolo degli anziani

Il parco non è solo per i bambini, ma è stato concepito come spazio intergenerazionale. Le attività previste permettono anche ai nonni di partecipare, trasformando il tempo libero in occasione di benessere psicofisico.
“Giochi tradizionali come scacchi e dama diventano strumenti di prevenzione contro isolamento e declino cognitivo, mentre la condivisione con i più piccoli rafforza i legami familiari e comunitari – sottolinea Gilistro -. In questo senso il parco risponde anche a una funzione di prevenzione dei disturbi dell’anziano, riconosciuta dalla letteratura scientifica che collega gioco, socialità e salute mentale nella terza età”.

Sicurezza e sostenibilità

Il progetto è stato realizzato con pavimentazioni antitrauma certificate UNI EN 1176 e 1177, in materiali riciclabili e a basso impatto ambientale. Anche le attrezzature sono costruite con componenti durevoli, per ridurre manutenzione e costi nel lungo periodo. Recinzione, illuminazione calibrata e l’eventuale videosorveglianza contribuiscono a proteggere lo spazio dagli atti vandalici, mentre controlli periodici – visivi, trimestrali e annuali – garantiranno la piena fruibilità delle strutture.

Un modello da seguire

Il valore del parco non è solo locale. Si tratta di un modello replicabile in altri Comuni e Gilistro racconta di aver già ricevuto l’interesse di diversi sindaci siciliani. Ma avverte: “Quando si costruisce un parco pedagogico come questo bisogna proteggerlo e mantenerlo vivo. È fondamentale che le amministrazioni affidino la gestione a realtà associative in grado di garantire custodia e partecipazione”.

“Siracusa diventa un modello. Spetta ad altri enti saperlo replicare, perché un parco inclusivo non è un lusso ma un investimento educativo e sociale che appartiene a tutta la comunità”, conclude.

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