Avrebbe abitualmente maltrattato, minacciato e aggredito l’ex moglie, affinché ritornassero nuovamente insieme.
In particolare, durante il periodo di separazione, l’uomo, benché intrattenesse una relazione con un’altra donna, sarebbe stato solito contattare insistentemente l’ex moglie per sapere con chi fosse e dove si trovasse, controllando di fatto tutti i suoi spostamenti.
Con questa accusa la Procura di Catania, nell’ambito di indagini a carico di un 36enne indagato per il reato di maltrattamenti in famiglia, ha richiesto ed ottenuto nei suoi confronti la misura cautelare della custodia in carcere, eseguita dai Carabinieri della Stazione di Acireale.
Le indagini hanno fatto luce sulle condotte poste in essere dall’uomo il quale dopo 10 anni di matrimonio finiti in una separazione di fatto, determinata anche da una sua relazione extraconiugale, avrebbe tempestato di telefonate l’ex moglie anche in orario di lavoro, le avrebbe chiesto di riallacciare il rapporto recuperando il matrimonio, circostanza categoricamente rifiutata dalla donna che lo avrebbe bloccato su WhatsApp e sui social.
Nei mesi scorsi il 36enne si sarebbe presentato negli orari più disparati nei pressi dell’abitazione della donna e in talune occasioni avrebbe chiesto insistentemente di parlarle, anche per il tramite dei figli minori, e sempre con l’intento di una riappacificazione. Nel giorno di Natale, la donna avrebbe trovato ad attenderla sotto casa l’ex che, alla vista di lei che passeggiava con un altro, avrebbe iniziato a gridare innervosito e probabilmente ingelosito dalla possibilità che potesse frequentare un altro.
L’indomani il 36enne avrebbe anche telefonato alla centralino del 112 manifestando intenzioni suicide e ai carabinieri che nel frattempo lo avevano rintracciato presso l’abitazione della donna, recatosi peraltro in violazione dell’obbligo di dimora cui era sottoposto, manifestava l’intenzione di tornare con l’ex moglie.
Tale episodio ha spinto la donna a presentarsi in caserma per sporgere denuncia, riferendo ai carabinieri di aggressioni fisiche subite nel periodo di convivenza e fino a due mesi addietro in risposta al suo rifiuto di tornare insieme, allorquando l’uomo l’avrebbe minacciata di morte e, in due distinte occasioni, colpita con una manata all’occhio destro e presa per il collo con forza. Il 36enne è stato rinchiuso nel carcere catanese di Piazza Lanza.