“Sono contento di essere arrivato in Italia perché adesso i talebani girano casa per casa di quelli che lavorano con Nato e Aisa. Gli italiani hanno fatto tanto per noi, è un piacere essere qui, siamo contenti, anche i miei figli. Io ringrazio per tutto i militari e l’Esercito italiano che ci hanno aiutati ad uscire“. È la testimonianza di uno dei rifugiati afghani in quarantena nella base logistica dell’Esercito a Colle Isarco, in Alto Adige.
La struttura, che già dal marzo 2020 è stata messa a disposizione della Provincia autonoma di Bolzano dal Ministro della Difesa per la gestione della pandemia, ospita per 10 giorni i rifugiati, soprattutto collaboratori di aziende italiane e dell’ambasciata italiana a Kabul con le loro famiglie, assistiti dalla Protezione civile della provincia di Bolzano, dalle Truppe Alpine dell’Esercito e dal personale sanitario. Anche in Trentino circa 110 rifugiati afghani sono arrivati questa mattina per essere accolti nella Base logistica addestrativa a Riva del Garda di proprietà dell’Esercito, dove osserveranno un periodo di quarantena al termine del quale – queste le indicazioni del Governo – saranno seguiti dal Ministero dell’Interno per tutte le procedure connesse all’accoglienza per asilo politico e per stabilire le future destinazioni.
I rifugiati afghani sono stati accolti in tutta Italia. In Calabria circa un centinaio si trovano nella base del distaccamento dell’Aeronautica Militare di Montescuro, a Celico (Cosenza), nella Marche sono stati accolti invece nel Covid hotel Gabicce a Pesaro Urbino. Un altro centinaio di persone, soprattutto famiglie numerose con bambini molto piccoli, sono al momento in quarantena tra Piacenza e Parma, in Emilia Romagna. Altre 94 persone si trovano in Piemonte, mentre 206 sono in Liguria, a Sanremo. In Sardegna sono 110 i profughi afghani che nei prossimi giorni troveranno accoglienza e rifugio nei vari centri. Per il momento non sono segnalati arrivi in Basilicata e Valle d’Aosta, mentre in Abruzzo la situazione è in fase di valutazione. In Veneto, ha spiegato il prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto, c’è “la disponibilità di un numero limitato di posti liberi, un centinaio. Ma la cosa ancora più grave è che i bandi che sono stati fatti finora, da Venezia e da altre prefetture, non hanno generato nuovi posti per il futuro“. Zappalorto ha inoltre dichiarato alla stampa locale che “gli 87 afghani che ci sono già stati assegnati sono stati sistemati a parte” rispetto a profughi provenienti da altre nazioni.
Dal giugno scorso, quando con l’operazione “Aquila 1” furono portati in Italia 228 afghani, sono oltre 3.741 i cittadini tratti in salvo, circa 2.936 quelli già giunti in Italia negli ultimi giorni e altri presso l’aeroporto di Kabul in attesa di partire (il dato è aggiornato all’audizione del 24 agosto del ministro Guerini). Sono oltre 1.500 i militari italiani del Comando operativo di vertice interforze, diretto dal generale Luciano Portolano, impegnati per il ponte aereo Roma-Kabul.