Da undici anni c’è un appuntamento a cui non si può mancare, al Teatro greco di Siracusa, Agon ovvero dal dramma classico alla simulazione processuale.
Ad idearlo come laboratorio penalista per giovani aspiranti avvocati dell’Università di Palermo, fu Vincenzo Militello, ordinario di Diritto Penale, con un altro brillante penalista siracusano recentemente scomparso, Ettore Randazzo. Agon è, di fatto, un processo teatralizzato ad uno dei protagonisti delle tragedie in scena tutti gli anni al Teatro greco Siracusa. In quest’ultimo ciclo ad essere giudicato è stato Polinice, fratello di Eteocle, reo di aver mosso guerra al fratello maggiore per diventare nuovo re di Tebe. “Il Siracusa International Istitute, con la Fondazione INDA, l’associazione Amici dell’INDA e l’Ordine degli Avvocati di Siracusa – commenta Paolo Reale segretario generale del Siracusa International Istitute – di Agon ne comprende l’importante significato datoci proprio dalla tragedia greca medesima che ci pone interrogativi sempre validi, diremmo fondamentali. E’ la tragedia che ci spinge ogni anno a riflettere ed a rendere ogni personaggio vivo e presente nella storia contemporanea”.
Sulla scena ieri, dopo la replica de I Sette contro Tebe, non c’erano dunque solo gli attori ma magistrati, penalisti, giornalisti e docenti universitari. Nino Amante, giornalista di Rai 3, nel processo simulato di Agon, ha rivestito il ruolo del giudice tecnico e come tale ha condannato Polinice non solo per aver violato la legge non scritta dell’antica Grecia che considerava un delitto la guerra fra due fratelli, ma anche le moderne convenzioni internazionali. Regia della serata di Manuel Giliberti.
Eugenio Albamonte, neo presidente dell’ANM di Polinice ha rappresentato l’accusa, la difesa è toccata all’avvocato Valerio Spigarelli. Colpevole, dunque, Polinice per la giuria tecnica ma non per il pubblico che ad unanimità ha dichiarato, alzando il cartellino bianco, l’innocenza del giovane assalitore e riconoscendo l’antipatia nei confronti, invece, del generale Eteocle. Sulla scena la straordinaria forza scenica e interpretativa di Isa Danieli, nei panni di Giocasta, Guido Caprino in quelle di Eteocle ( nelle Fenicie di Euripide) e Gian Maria Martini in quelli di Polinice (Fenicie di Euripide) ed infine, lei Antigone de I sette contro Tebe, Anna Della Rosa, tra le grandi protagoniste femminili di questo ultimo ciclo di spettacoli siracusani.
Cosa, dunque, ancora oggi la tragedia riesce a dirci con il teatro, attraverso distanze secolari, se non che il conflitto tra gli uomini ha solo portato guerre che non possono mai considerarsi giuste nel nome dei diritti umani. “La guerra giusta – ha dichiarato infine il “giudice” di Agon 2017, Nino Amante – è dunque quella che serve a difendere i confini? Confini che non sempre sono geografici, a volte sono disegnati dalla cultura, spesso dalla paura. E’ giusta la guerra preventiva contro gli Stati che oggi si presume organizzino il terrorismo? Sarebbe stato giusto, come sostengono molti storici, fermare Hitler quando, prima dell’ultimo conflitto mondiale, approfittando della distrazione del mondo, si annetteva vaste regioni d’Europa, a cominciare dall’Austria?” Anche a questo servono le antiche tragedie greche, a non dimenticare il valore del diritto e della giustizia dei popoli. Non può esistere, difatti, una guerra giusta, anche in memoria del grande insegnamento di Ettore Randazzo a cui è stata dedicata l’intera serata a neanche un anno dalla scomparsa.