Tra le figure che, non si sa bene per quale motivo, sono rimaste nell’oblio, nonostante una ricca e significativa produzione artistica, c’è Aleardo Terzi, grande protagonista della grafica pubblicitaria e dell’illustrazione italiana nel periodo Liberty.
Le sue opere si collocano tra l’ultimo decennio dell’Ottocento e i primi quarant’anni del Novecento e a rievocarne la peculiare creatività è stato pubblicato un libro, “Aleardo Terzi – Pittura, grafica e pubblicità“, a cura di Anna Maria Ruta e Francesco Parisi, che riunisce, per la prima volta in modo sistematico, la sua vasta produzione, molta ancora inedita, in occasione del 150° anniversario della nascita (Palermo 1870).
La ricostruzione è stata resa possibile grazie a Roberto Dal Brun e Barbara Dal Brun, attuali depositari dell’opera di Aleardo Terzi, che hanno messo a disposizione l’intero archivio dell’artista. Contributo significativo è stato anche quello di Andrea Terzi, nipote, che ha fornito i materiali del nonno anch’essi inediti.
Come tutti gli artisti che si rispettino Terzi viaggiò parecchio incontrando, a Milano ad esempio, i più importanti cartellonisti pubblicitari dell’epoca: Adolfo Hohenstein, Marcello Dudovich, Leopoldo Metlicovitz, Leonetto Cappiello.
Con loro avviò collaborazioni editoriali di primo piano, come quella con la celebre rivista “Novissima”; furono quelli gli anni di maturazione e crescita creativa che gli procurarono fortuna nel settore della grafica pubblicitaria.
Tra i manifesti che ebbero maggior successo ricordiamo quello delle pubblicità per i Grandi Magazzini Mele, dove spicca l’eleganza con cui tratteggia la figura femminile; o quelle per la Dentol con la celebre scimmietta che si lava i denti; o per il colorificio Max Mayer, dove l’efficacia del messaggio commerciale è raggiunta tramite un linguaggio ironico e divertente.
Il catalogo contiene anche una sezione documentata della produzione di cartoline di Terzi, con le serie di volti sognanti e raffinatissimi di donne leggiadre ed eleganti, assolute protagoniste di tutto il suo lavoro, anche nei suoi dipinti, dove diede una personale interpretazione del linguaggio divisionista.
Fu, inoltre, punto di riferimento nell’editoria per l’infanzia, settore in espansione anche in Italia dall’inizio del Novecento, dove mise a frutto la sua conoscenza della cultura anglosassone nel campo dell’illustrazione.
Di lui scrisse ripetutamente anche Leonardo Sciascia: “…c’era un formidabile disegnatore come Aleardo Terzi (buon pittore anche), che moltissimo produceva nel settore della pubblicità e della grafica editoriale (…) ché allora a Palermo c’era qualcosa da (come si diceva) reclamizzare e c’era un’attività editoriale in cui primeggiava Sandron (…)“.
