Si intitola “Et in Arcadia ego” il progetto artistico, inedito, nato dalla collaborazione tra il regista britannico pluripremiato John Maybury e performer e designer francese Arthur Gillet, promosso da Francesco Pantaleone che lo ospita nella sua Galleria a Palermo (via Vittorio Emanuele, 303) da sabato 16 marzo.
L’ispirazione, come si legge nel testo critico di presentazione della mostra curato da Valentina Bruschi, ai due artisti è venuta dai soggetti rappresentati da Wilhelm von Gloeden, fotografo tedesco che si stabilì a Taormina nella seconda metà dell’Ottocento, dove realizzò dei tableaux vivants fotografici en plein air con efebi nudi in varie pose e con travestimenti che mettono in scena un’Arcadia classicheggiante e idilli bucolico-pastorali.
La produzione di Von Gloeden ebbe grande successo internazionale sia per il suo esotismo che per le sue componenti omoerotiche e, dopo un lungo periodo di oblio, a partire dagli anni ’70 venne riscoperta.
Da allora affascina artisti contemporanei, in particolare per l’uso del travestimento e della fotografia intesa come pratica teatrale.
I due artisti espongono, oggi, immagini fotografiche in bianco e nero, di Maybury, che prendono vita nei video che aprono nuove visioni di forza, controllo e armonia, dove i movimenti e le forme del corpo scultoreo di Gillet vengono esaltate dai bordi duri e senza tempo della pietra e dalla magnificenza del teatro antico di Segesta, che affaccia sull’ampio panorama del golfo.
Arthur Gillet fonde i suoi movimenti in un connubio perfetto con gli angoli delle architetture classiche che sembrano diventare tutt’uno con il linguaggio fluido e potente del suo corpo. Le sue pose sensuali rimandano sia alle danze dionisiache che alla tensione della statuaria ellenistica, dove ogni muscolo del corpo ci trasmette un forte pathos: ecco l’incontro tra Natura e Cultura.
La folta barba satiresca del performer rimanda al dio Pan, Nume dell’Arcadia, simbolo di una sessualità spregiudicata e scevra da moralismi, memoria di epoche arcaiche, durante le quali l’essere umano viveva immerso in questa sorta di “promiscuità panica e cosmica”.
Si realizza, dunque, un viaggio attraverso la Sicilia antica: le azioni intuitive danno vita a delle coreografie improvvisate, in empatia con il paesaggio e con l’energia e le personalità del gruppo formatosi quasi per caso.
L’azione realizzata dal performer costruisce una struttura di movimento effimera e, attraverso la sua partecipazione corporea, completa lo sguardo del regista. Gillet incarna con il suo corpo e si traveste esteticamente secondo il canone ideale della bellezza greca, liberandosi da qualsivoglia sovrastruttura moralistica, finendo per somigliare a quello che desidera essere.
La mostra rimarrà fruibile fino al al 20 Aprile, dal martedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. Ulteriori informazioni sul sito della Galleria.