Si è svolta questa mattina, presso l’aula Russo dell’Assessorato del Territorio e dell’Ambiente, una riunione sull’attuazione del “Piano per l’eradicazione e il contenimento della Formica di fuoco (Solenopsis invicta)“, alla quale hanno partecipato l’assessore Giusi Savarino, con un delegato dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia, Lucia Zappalà, professoressa dell’università degli Studi di Catania, Vincenzo Restivo, professore dell’università degli Studi di Enna “Kore”, Antonio Giovino di Crea e il dottore Carlo Amico del dipartimento dell’Agricoltura.

“Oggi si è svolta l’ennesima riunione operativa, riunione che abbiamo organizzato per continuare ad affrontare il problema. Abbiamo un cronoprogramma che è stato stilato, concordato e finanziato dal Mase (Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica) che stiamo rispettando perfettamente, e che porteremo avanti“. Queste le parole dell‘assessore regionale al Territorio e all’Ambiente, Giusi Savarino.
Come sappiamo la Sicilia è ufficialmente il primo territorio italiano colpito dalla formica di fuoco, la Solenopsis invicta, una delle specie invasive più aggressive e pericolose al mondo.
Dopo i primi avvistamenti confermati nella zona di Siracusa, gli esperti dell’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (IPSP-CNR) segnalano ora una rapida espansione in varie province del sud-est dell’Isola, con seri rischi per l’agricoltura, la zootecnia e la sicurezza delle persone.
Una specie invasiva altamente distruttiva
Originaria del Sud America, la formica di fuoco è nota per la sua estrema aggressività, il comportamento territoriale e le punture velenose, capaci di provocare forti reazioni allergiche e, in rari casi, anche shock anafilattico. Ogni colonia può contenere fino a 250.000 esemplari, costruisce nidi sotterranei estesi e si riproduce con velocità impressionante, colonizzando rapidamente ampie porzioni di territorio.
Lo scorso anno viene scoperta in Sicilia, ad oggi non sta producendo danno diretto all’attività agricola, ma a piccoli passi si sta espandendo. Le prime segnalazioni sono arrivate da allevatori e agricoltori nelle campagne tra Noto, Pachino, Rosolini e Ispica. In alcune aziende zootecniche, le formiche hanno aggredito agnelli e pollame, attirate dai mangimi e dai liquidi organici. In altri casi, gli agricoltori hanno dovuto abbandonare i campi per l’impossibilità di lavorare il terreno invaso.
Si tratta di una specie virulenta, aggressiva e parecchio resistente, come ci aveva raccontato Graziano Scardino, presidente della Cia Sicilia (clicca qui). Vive in colonie ma non morde come le altre, punge, reazione ancora più invasiva, inietta un veleno che provoca bruciore o addirittura, in soggetti più sensibili, shock anafilattico.
Ad oggi la preoccupazione aumenta, a rischio i bambini, i prati delle villette, gli arbusti, i quadri elettrici, gli impianti irrigui. Questi sono ìtipi di danni non diretti, ma che mettono a rischio la biodiversità e non solo. Attacca infatti le radici degli arbusti, i prati, i pascoli, e comporta di fatto il mancato utilizzo di questi. Inoltre, essendo una specie molto aggressiva, attacca gli animali o chiunque calpesti il loro nido.
La risposta della Regione
Già dallo scorso giugno da parte della Regione è partito il programma di contrasto. L’assessorato regionale del Territorio e dell’ambiente ha iniziato, infatti, a distribuire il biocida “Advion Fire Ant Bait” necessario per limitare il proliferarsi dell’insetto.
Il biocida, autorizzato dal ministero della Salute per fronteggiare questa emergenza, vanta un profilo tossicologico ottimale, rendendolo la soluzione ideale per affrontare efficacemente l’infestazione in corso in alcune limitate aree del siracusano. I trattamenti proseguiranno.
“Abbiamo concordato e pianificato l’intervento con il ministero dell’Ambiente, con un dettagliato programma di misure che vede coinvolti anche l’università di Catania e l’istituto zooprofilattico siciliano – aveva spiegato qualche mese fa l’assessore Giusi Savarino – si entra nella sua fase operativa. Il governo Schifani sta monitorando il fenomeno della formica di fuoco e lo sta affrontando con gli strumenti più idonei per garantire l’efficacia dell’operazione, nel rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema circostante“.
Cosa è cambiato dopo tre mesi?
“Fin dall’inizio abbiamo compreso il rischio che la formica di fuoco rappresenta per il nostro territorio. Si stanno già mettendo in atto le successive mosse per l’eradicazione con un’esca sperimentale sui siti che sono stati già segnalati. Siamo partiti attraverso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale con l’informazione sanitaria alle Asp per attivare in questo modo le segnalazioni, nel caso in cui dovessero arrivare dermatiti da punture e anche il servizio veterinario per le segnazioni in allevamenti“.
A breve sarà anche realizzata un’app dedicata, che ha l’obiettivo di rendere immediate le segnazioni, in maniera geolocalizzata, “stiamo attivando, quindi, un monitoraggio continuo“.
“In attesa dell’app, in questo momento, le segnalazioni vanno fatte al corpo forestale, attraverso una mail dedicata“.