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Anticorpi monoclonali in Sicilia: ne parla l’esperto: “Abbiamo iniziato da un mese”

martedì 27 Aprile 2021

Il primo mese di cure con gli anticorpi monoclonali in Sicilia è quasi giunto al termine e la realtà ha superato le aspettative. Ad approfondire l’argomento è intervenuto il dottor Pietro Colletti, infettivologo responsabile dell’Unità operativa complessa Malattie Infettive dell’ospedale “Paolo Borsellino” di Marsala.

Sin da marzo è stato approvato l’utilizzo degli anticorpi monoclonali in centri autorizzati: “Gli anticorpi monoclonali, in Italia, sono disponibili e autorizzati e almeno un centro per provincia ha la possibilità di effettuare questa terapia con elevata efficacia”, afferma Colletti. “Dapprima era stato approvato un anticorpo monoclonale chiamato Bamlanivimab e subito dopo l’Etesevimab, che è quello che in questo momento stiamo usando prevalentemente, e ancora più recente è casirivimab – imdevimab“.

Gli anticorpi monoclonali nascono con l’obiettivo di ridurre l’ospedalizzazione e gli accessi al pronto soccorso, quindi di bloccare la progressione della malattia evitando così i casi più gravi. “Hanno la probabilità di ridurre questi eventi del 70% se correttamente usati. – continua l’esperto – Questi ci coprono, in modo abbastanza soddisfacente, anche dalle varianti. L’ultima associazione, casirivimab – imdevimab, mostra efficacia, negli studi clinici, persino sulle varianti giapponese, brasiliana, sudafricana e quella isolata in California“.

Grazie agli anticorpi monoclonali abbiamo un’arma efficace contro il virus e le varianti presenti in Italia.

I pazienti da poter sottoporre all’innovativo trattamento non sono quelli da ricoverare, ma quelli con una forma precocissima del virus: “Devono essere precocissimamente individuati dai medici del territorio, quindi di medicina generale, pediatri e delle USCA, nei primissimi giorni dall’insorgenza dei sintomi“, prosegue.

La piattaforma Aifa permette ai centri autorizzati, per l’ASP di Trapani è quello di malattie infettive di Marsala, di usarli entro 10 giorni dall’inizio dei sintomi: ” Rispetto ai giorni sarei ancora più rigoroso, perché il miglior posizionamento è all’inizio dei sintomi. Entro pochissimi giorni: 3 – 4. Questo perché il paziente da avviare al trattamento deve essere paucisintomatico (con pochi sintomi), con ovviamente dimostrata infezione da Sars – Cov 2“.

Il trattamento si è dimostrato efficace ed è autorizzato in soggetti a rischio di malattia severa: “Più a rischio sono: soggetti obesi (con un indice di massa corporea superiore a 35), soggetti dializzati, i diabetici con scarso controllo della glicemia con complicanze, con deficit del sistema immunitario (o per trattamenti farmacologici o per patologie primitive o secondarie), soggetti con più di 55 anni e malattie cardio-cerebro-vascolari anche ipertensione con danno d’organo o patologie polmonari come l’enfisema polmonare diversa da Covid“. continua l’esperto. Per quanto riguarda i giovani, sono autorizzati al trattamento i ragazzi dai 12 ai 17 anni.

I soggetti che invece hanno la malattia un po’ più avanzata, quindi che desaturano o che hanno bisogno di ossigeno, hanno un’altra possibilità di trattamento: vanno avviati all’ospedale perché possono, se trattati con ossigeno, beneficiare del trattamento anti-virale con il Remdesivir.

Noi nell’Asp di Trapani abbiamo già avviato questa procedura e formalizzato in modo abbastanza organizzato sin dalla fine di marzo. Il primo trattamento l’abbiamo fatto il 1° aprile e ne facciamo mediamente 3 4 a settimana e ora siamo arrivati a circa 12 trattamenti e tutti senza nessuna complicanza e con un enorme beneficio“, spiega Colletti.

Il trattamento infatti rientra nei valori dello studio e per questo ha una elevatissima efficacia, con nessun evento avverso.

Secondo l’Aifa saranno i medici di medicina generale, pediatri e Usca a cooptare i pazienti con sintomi moderati e indirizzarli alla struttura in cui effettuare il trattamento: “Abbiamo diffuso con tutti i mezzi il messaggio ai medici del territorio. Abbiamo messo a disposizione dei medici che chiamiamo “segnalatori” la modulistica per i pazienti in modo tale che l’avvio in ospedale e quindi il contatto con l’infettivologo avvenga il più precocemente possibile con tutti i dati già inseriti del paziente: noi telefoniamo sempre al paziente. Se il trattamento è idoneo al caso specifico fissiamo immediatamente un appuntamento, che avverrà nel minor tempo possibile (entro massimo 12 ore). Contemporaneamente mandiamo a prendere il farmaco con un mezzo a Palermo e il paziente con un’ambulanza a casa, abbiamo una Onlus convenzionata. In ospedale il paziente fa una serie di esami preliminari (anche se ci sono pochissime controindicazioni, forse nessuna) e procediamo col trattamento. In seguito il paziente viene riaccompagnato a casa e verrà sempre monitorato da noi“, conclude Colletti.

 

 

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