Era il 10 gennaio 1991 quando si pubblicava la lettera aperta con il titolo “Lettera al caro estorsore”. Con essa Libero Grassi scriveva:
“Volevo avvertire il nostro ignoto estortore di risparmiare le telefonate dal tono minaccioso e le spese per l’acquisto di micce, bombe e proiettili, in quanto non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia. Ho costruito questa fabbrica con le mie mani, lavoro da una vita e non intendo chiudere. Se paghiamo i 50 milioni, torneranno poi alla carica chiedendoci altri soldi, una retta mensile, saremo destinati a chiudere bottega in poco tempo. Per questo abbiamo detto no al “Geometra Anzalone” e diremo no a tutti quelli come lui”.
“Si era ribellato pubblicamente al potere mafioso che opprimeva commercianti e imprenditori costretti a pagare “– così Giuseppe Antoci Presidente Onorario della Fondazione Caponnetto ed ex Presidente del Parco dei Nebrodi, sfuggito ad un agguato mafioso nel maggio 2016 grazie all’intervento armato degli uomini di scorta della Polizia di Stato.
“Libero squarciò il silenzio di tanti che, per paura, venivano soggiogati e, con essi, la libertà d’impresa. Il suo coraggio – continua Antoci –provocò preoccupazione a cosa nostra che, il 29 agosto a Palermo, lo colpì alle spalle uccidendolo. Spegnendo la sua voce, però, non fecero altro che porre un seme che germogliò nel movimento antiracket italiano con altre azioni forti che, in quegli anni, furono portate avanti. In Sicilia, per esempio, con l’imprenditore Sarino Damiano a Capo D’Orlando, a Reggio Calabria con Giuseppe Verbaro, in Puglia con Valerio Perrone e, ancora in Sicilia, dal 2004, con il grande lavoro di Addiopizzo e tanti altri“.
“La data del 10 gennaio segna un solco indelebile, un prima e un dopo. Questo spartiacque – continua Antoci – è necessario rafforzarlo attraverso l’istituzione di una Giornata Nazionale contro il racket e l’usura che proprio nel 10 gennaio, giorno di quella coraggiosa lettera, può avere la sua collocazione naturale. La Giornata Nazionale può essere di sprone per tutti quei commercianti e imprenditori che non riescono ad uscire dalla paura portandoli, invece, a fidarsi dello Stato e a denunciare. Nei giovani – ancora Antoci – può, invece, contribuire a creare quegli anticorpi che hanno consentito a Libero Grassi di scegliere da quale parte stare”.
“Mesi dopo l’assassinio – continua Antoci – nasce SOS Impresa con l’obiettivo di raccogliere il grido di Libero Grassi mettendo già a disposizione delle vittime del racket e dell’usura un numero verde per raccogliere le denunce. Nei primi mesi del 1992 SOS IMPRESA si allarga in Sicilia, a Roma, a Torino, Bari, Genova, Milano e Napoli. Di SOS Impresa – ancora Antoci – di cui mi pregio essere socio onorario, condivido l’idea di creare una Giornata Nazionale da istituire proprio il 10 gennaio, data simbolo nella quale, nel 1991, il coraggio di un uomo e della sua famiglia si trasformarono in reazione e lotta – conclude Antoci.