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La situazione

Apicoltura siciliana tra siccità e sostegni: la Regione corre ai ripari, ma le arnie restano a rischio

giovedì 23 Ottobre 2025
L’apicoltura in Sicilia, come in tutta la Penisola, morde il freno. In una regione come la nostra conta una produzione di miele pari al 20% della produzione nazionale, una risorsa quindi da tutelare e sostenere.
Come abbiamo già visto, questo come altri settori ha sofferto tantissimo la crisi idrica. Un anno che ha visto difficoltà su vari fronti, clima avverso, piogge tardive, caldo torrido e incendi. Negli ultimi mesi dello scorso anno, soprattutto, si è registrata una perdita notevole di prodotto, oltre il 95%una situazione spiacevole per chi vive di questa preziosa risorsa. La produzione è stata fortemente condizionata dallo sfasamento delle stagioni, con un prolungamento dell’estate con alte temperature fino a dicembre. Ogni alveare dovrebbe assicurare mediamente 15/20 kg di miele, una quantità che l’anno scorso era praticamente inesistente, “regolarizzando” di conseguenza anche le perdite del patrimonio apiario (“solo” il 20% delle popolazioni di api sono morte) a fronte del disastroso 2024.

Gli obiettivi oggi sono la valorizzazione delle nostre api, considerata la morte di molti insetti impollinatori a causa delle pratiche di coltivazione aggressive che fanno uso di pesticidi. Per questo motivo la Regione Siciliana ha sostenuto e sostiene gli apicoltori attraverso contributi ad hoc.

La stagione del miele in Sicilia arriva quest’anno con una ‘doppia faccia’, da un lato un bando regionale da 1.378.957,09 euro destinato a sostenere produzione e commercializzazione, dall’altro un’inedita pressione idrica che rischia di ridurre fioriture e portare le arnie al collasso.
Le misure e i numeri pubblicati a settembre 2025 mostrano un settore vivo e al tempo stesso esposto.

Bandi, cifre e risposte pubbliche

Il 10 luglio scorso la Regione Siciliana è partita con il via libera al pagamento dei ristori agli apicoltori siciliani per recuperare parte dei danni subiti dal calo della produzione nel 2024, a causa della grave situazione di siccità. Gli uffici dell’assessorato regionale dell’Agricoltura, in seguito all’istruttoria delle domande, hanno ammesso al finanziamento 372 istanze di apicoltori che hanno fornito prova dei requisiti richiesti, tra i quali l’iscrizione all’anagrafe apistica nazionale. Un budget complessivo di 1,5 milioni di euro in base al numero di arnie.
Il bando, che è stato pubblicato a dicembre 2024, aveva una dotazione iniziale di 784 mila euro, successivamente integrata con ulteriori 716 mila euro in sede di assestamento di bilancio.
Pubblicato poi lo scorso mese il bando rivolto alle azioni per migliorare qualità, sostenibilità e commercializzazione del miele nella campagna 2025-2026: la dotazione è di circa 1,38 milioni di euro e copre interventi che vanno dall’ammodernamento delle attrezzature alla formazione e alla promozione. Sul fronte dei contributi quinquennali per le aziende apistiche sono stati resi noti gli elenchi provvisori: 327 domande presentate, 292 ritenute ammissibili. 

Le api sono un presidio di biodiversità. Il dipartimento regionale dell’Agricoltura ha pubblicato qualche giorno fa gli elenchi provvisori delle domande per gli aiuti quinquennali alle aziende del settore dell’apicoltura. In totale, sono state presentate 327 richieste e, di queste, 292 sono state ritenute ammissibili.

A beneficiare degli aiuti saranno coloro che praticano l’attività apistica le aree di elevato valore naturalistico.

“L’intervento, denominato “Impegni per l’apicoltura” punta a contrastare il declino del numero delle api sul territorio regionale, con le conseguenze negative sul fronte della biodiversità, in relazione al ruolo fondamentale che svolgono nell’impollinazione”. 
Ha spiegato Luca Sammartino, assessore all’Agricoltura, allo sviluppo rurale e alla pesca mediterranea.
“Inoltre, attraverso questi aiuti il governo Schifani vuole rilanciare con un sostegno concreto il comparto, supportando pratiche orientate alla sostenibilità ambientale”.
La dotazione finanziaria complessiva per il quinquennio è pari a 7,5 milioni di euro.

La siccità: effetti concreti sugli alveari

La parola “siccità” non è retorica: la Sicilia ha registrato nel 2024-2025 una diminuzione delle risorse idriche e perdite significative nella rete, con impatti che si riversano sull’agricoltura e sull’apicoltura. L’assenza o la riduzione di fioriture, specialemente nelle aree tradizionalmente ricche di essenze mellifere, significa meno nettare disponibile, raccolte più magre e un maggior ricorso a interventi di integrazione alimentare per le famiglie d’api.

Per allevatori e apicoltori ciò si traduce in costi aggiuntivi in alimentazione complementare, trasferimento delle arnie in aree più fiorite o più umide, perdita di produzione commercializzabile e in alcuni casi aumento della mortalità delle colonie, soprattutto quando la difficoltà idrica si somma a stress da patogeni e a parassiti come la varroa.

Le misure straordinarie e i sostegni per il comparto

Oltre ai bandi per l’apicoltura, la Regione ha previsto anche degli strumenti finanziari e amministrativi per far fronte alla crisi idrica. Dall’attivazione della Misura 23 del PSR, ovvero il sostegno eccezionale per calamità naturali, ai provvedimenti per consentire alle aziende di utilizzare risorse idriche disponibili in modo rapido e controllato. Annunciati poi anche degli stanziamenti a favore di colture particolarmente colpite.

Misure che mirano a tamponare i danni immediati e a sostenere gli investimenti di resilienza.

Cosa chiedono gli apicoltori?

Le richieste del settore sono chiare e pragmatiche, semplificare e velocizzare le procedure di accesso ai contributi, prevedere indennizzi per le perdite produttive causate dalla siccità, finanziare percorsi di formazione sulla gestione della risorsa idrica e sul contenimento dei parassiti, e favorire investimenti in logistica e tracciabilità per valorizzare il miele siciliano sui mercati nazionali e internazionali.

Le associazioni di categoria richiamano inoltre l’attenzione sul ruolo degli apicoltori come custodi di ecosistemi. Tutelare le api significa proteggere impollinazione, biodiversità e filiere agricole. Il comparto apistico italiano si conferma un settore strategico per l’agricoltura e per la tutela della biodiversità. Tra cambiamenti climatici, concorrenza estera e necessità di innovazione, il futuro delle api e degli apicoltori dipenderà dalla capacità di coniugare sostenibilità economica e ambientale.

Un equilibrio che, oggi più che mai, richiede visione, investimenti e politiche stabili.

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