La Corte Costituzionale ha bocciato le norme sugli appalti contenute nella legge della Regione Siciliana n. 13 del 2019. Secondo quelle norme “le stazioni appaltanti sono tenute ad utilizzare il criterio del minor prezzo, per gli appalti di lavori d’importo pari o inferiore alla soglia comunitaria, quando l’affidamento degli stessi avviene con procedure ordinarie sulla base del progetto esecutivo”.
Si tratta, afferma la Corte nel dispositivo (redattore Nicolò Zanon, presidente Giancarlo Coraggio) di “un vero e proprio vincolo all’utilizzo del criterio del minor prezzo“. “Già durante i lavori preparatori della legge regionale”, ricorda la Corte, furono “sollevati dubbi sulla conformità a Costituzione della previsione”.
“Tale previsione – proseguono gli alti magistrati – statuisce in difformità da quanto prevede il codice dei contratti pubblici, che demanda alle singole stazioni appaltanti l’individuazione del criterio da utilizzare”. In base al codice, “per gli appalti di lavori… i due criteri (quello dell’offerta più vantaggiosa e quello del minor prezzo) sono alternativi senza vincoli, e la scelta è appunto rimessa alla stazione appaltante, fatti salvi casi specifici in cui e’ mantenuto il primato del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa”.
“Prendiamo atto della sentenza della Corte Costituzionale che ricolloca la competenza nella disciplina dei pubblici appalti in capo allo Stato. Sapevamo, quando abbiamo avviato il contenzioso, che il giudizio aveva margini stretti, ma valeva la pena farlo per il merito della questione, nonché nel rispetto dello spirito dello Statuto siciliano. In questo anno e mezzo, la norma voluta da tutte le Associazioni datoriali ha comunque sortito il positivo effetto di comprimere i ribassi praticati dalle imprese. Questo ha portato al beneficio di lavori aggiudicati con un ragionevole utile di impresa, scongiurando il rischio che offerte troppo al limite potessero incidere sulla qualità delle opere. Altro elemento essenziale: sono state espletate circa duecento gare con un contenzioso ridotto praticamente a zero. Qualcuno, prima di commentare, dovrebbe studiare o comunque approfondire meglio l’argomento. Il Governo Musumeci, come naturale, darà applicazione al dettato della Corte“. Lo afferma l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone, commentando la decisione della Corte.
“La pronuncia della Corte Costituzionale sugli appalti non ci sorprende per nulla. La solita leggina in salsa siciliana è stata bocciata nettamente dal giudice. E’ l’ennesimo flop del governo Musumeci che, senza scrupoli, pensava di lucrare il voto di qualche piccolo imprenditore edile“. Così il segretario regionale del Pd Sicilia Anthony Barbagallo, commenta la sentenza.