Un progetto laico di rilancio, intorno al quale sviluppare i ragionamenti della politica. La premessa dei #SicilianIndignati di Gaetano Armao nasce dalla speranza “ancora possibile di un cambiamento”.
Il docente universitario e avvocato palermitano non nasconde le difficoltà di un percorso “iniziato da quasi un anno”, ma si affida alla necessità di una sintesi nella complessa dinamica dei rapporti di coalizione che determineranno le scelte degli elettori il prossimo 5 novembre.
Armao presenta il suo manifesto: “Rinunciando ai crediti con lo Stato i siciliani si sono indebitati quasi fino al doppio. Prima la crisi, poi l’austerità e poi un governo imbelle hanno fatto precipitare la nostra isola. Siamo passati da quattro miliardi di debito del 2012 a otto miliardi di euro. La disoccupazione e la speranza di futuro ha rubato la dignità dei siciliani. E’ inaccettabile per i siciliani- esordisce – clientele, immobilismo e privilegio hanno distrutto l’autonomia che va rilanciata, rivista e adeguata”.
Chiarisce sin dalle prime battute che l’indignazione non è una prerogativa solo di alcuni: “Ci siamo battuti perché prevalesse il no al referendum è solo la testimonianza che per una grossa fetta dei siciliani il voto è un’alternativa credibile”.
Armao, che ha incontrato i giornalisti, prima di cominciare la presentazione del suo manifesto di programma, ha commentato velocemente sull’ipotesi ticket con Musumeci: “La coalizione sta svolgendo tutti i confronti necessari e individuerà cariche e candidati, sarà fatta una squadra. Le idee camminano sulle gambe degli uomini. Vediamo il confronto e le idee che ci sono in campo”.
Il leader dei #SicilianIndignati ha aggiunto: “Gli alberghi sono la nostra leva di crescita e ora diventano luoghi per ospitare gli immigrati. I sistemi di assistenza sociale e i meccanismi nel 2060 rischiano di implodere, la barca è diretta verso gli scogli. Il precariato ha ammorbato decine di generazioni. Da trent’anni”.
Una droga che ha disincentivato secondo Armao i giovani a crescere e a professionalizzarsi: “Quella che chiamavano formazione è stato un napalm.”
Armao ha inoltre puntato l’accento sulle “infinite pastoie burocratiche”, senza tralasciare le difficoltà dei trasporti: “La Sicilia è ancora redimibile, ha aggiunto- puntando sulla moneta complementare siciliana, occorre diminuire la pressione fiscale dei siciliani. Proporremo di non pagare il bollo sulla prima auto, di puntare alla costruzione del ponte di Messina, alla fiscalità di vantaggio e tariffe più basse per i trasporti”
Comunque vada a finire la vicenda del ticket con Musumeci, Armao lancia la sua sfida, pronto a continuare all’interno della coalizione il suo percorso nei territori siciliani in questa lunga campagna elettorale che separa i siciliani dal voto del 5 novembre.