Il patto di coesione firmato dalla premier Giorgia Meloni a Palermo assieme al governatore Renato Schifani prevede 392 milioni di euro per l’area riguardante il sociale e la salute. In considerazione della situazione in cui verte l’Isola: “si tratta di vere e proprie briciole”.
E’ questo il commento di Carlo Gilistro del Movimento 5 Stelle, componente della Commissione Sanità all’Ars, medico pediatra, intervistato da ilSicilia.it, vista la sua duplice figura tra politica e sanità.
Quali saranno le conseguenza in vista del futuro avvento dell’Autonomia differenziata?
“Le problematiche si accentueranno in sanità e nel sociale, a partire dalla nascita all’anziano. In Sicilia sta dilagando il disagio sociale, la dispersione scolastica, aumentano i suicidi e muoiono sempre più anziani soli abbandonati. Noi stiamo combattendo ogni giorno la possibilità dell’Autonomia differenziata perché creerà una grandissima disparità e non si potrà tornare indietro, mentre in Lombardia per il rafforzamento delle linee elettriche hanno dato un miliardo di euro. Mentre noi non abbiamo infrastrutture non abbiamo sanità di livello e per curarci spediamo meno andando verso il Nord. E’ un momento difficilissimo. Questo governo non sta facendo niente per la prevenzione e noi Siamo arrivati al punto che i nostri giovani vadano via”.
Quali sono le azioni per ridurre le disuguaglianze sociali e sanitarie?
“Noi saremo abbandonati, sarà il cancro del Sud. Continueremo a pagare un mare di soldi perché i nostri cittadini andranno sempre al Nord. Basta vedere i soldi che hanno le strutture sanitarie nostre e quanto quelle del Nord, figuriamoci con l’Autonomia differenziata che sarà il vero dramma. E non mi riferisco su tutto il sistema: parlo quindi di alzheimer e di demenze senili, di malattie croniche, di anziani, di azioni suicidarie, di bambini hikikomori, e le problematiche che riguardano gli adolescenti che non hanno una visione di futuro. Sono schiacciati nel presente anche a causa dei social, tanto che ho presentato un disegno di legge per l’utilizzo regolamentato dei cellulari. Per combattere tutto ciò e l’Autonomia differenziata dobbiamo creare una rete nazionale virtuosa che non guardi il partito ma che guardi il sociale, gli altri, la comunità che deve essere educante, investendo su genitorialità, istruzione, educazione, pedagogia, crescita felice per creare un ambiente protetto soprattutto per i giovani“.
In merito agli anziani e all’assistenza domiciliare integrata over 60, considerando che la Sicilia non ha raggiunto gli obiettivi nazionali 2023?
“La soglia di povertà non è mai stata così alta. Secondo i dati Istat sono 10 i milioni di poveri. Non è mai stata così alta. Si sta spingendo gente per bene a compiere rapine per sfamare i figli e gli anziani. Il ceto medio è sulla soglia di povertà ed è attaccato su tutti i fronti: attraverso luce, gas, benzina, aumento dei prezzi del cibo su cui si risparmia di più, mangiando schifezze che portano malattie, pesando sul Sistema sanitario. Intanto i pazienti e soprattutto gli anziani muoiono perché non hanno assistenza, non raggiungiamo obiettivi prefissati perdendo fondi Pnrr e le persone intanto muoiono, anche per i tempi pachidermici della Regione e dello Stato che creano dei buchi assistenziali. Mancano i medici di base, i pazienti non riescono a raggiungerli e vanno negli ospedali. In pronto soccorso i medici non conoscono i pazienti e gli fanno esami anche inutili, attuando la medicina difensiva per tutelarsi dal punto legale, aumentando accessi impropri, allungando liste d’attesa e spendendo soldi che potrebbero essere conservati per una medicina virtuosa. Serve quindi una visione dall’alto, attivando azioni dove serve. L’Assessorato solo così potrebbe essere virtuoso, ma ci vogliono risorse e le teste“.
Con i fondi Pnrr si sta incrementando anche la tecnologia. La telemedicina potrebbe arginare le criticità di questa situazione?
“Infatti dobbiamo correre ma non ci sono i funzionari per portare concretamente a casa questi soldi. Gli interventi della Missione Salute del Pnrr sono slittati. Abbiamo un sistema farraginoso, bisogna sburocratizzare i medici e puntare sulla programmazione. Da medico, però ribadisco che la tecnologia e la telemedicina non deve sostituire la conoscenza e l’empatia del medico, ma facilitare e perfezionare le cure dei pazienti, come i dispositivi di misurazione per i diabetici da me proposto”.