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Bevacqua (Uftaa): “2021 è un rebus, ora la Sicilia stupisca il mondo con una mossa”

lunedì 21 Dicembre 2020

Al tramonto di un 2020 che ha inflitto danni pesantissimi al turismo e all’economia dell’Italia e soprattutto a quei territori come la Sicilia che hanno perso l’80% dei consueti flussi annuali di visitatori provenienti per la quasi totalità dall’estero, il presidente emerito di Uftaa (la federazione mondiale degli agenti di viaggio), Mario Bevacqua, analizza le prospettive per l’anno che sta per arrivare e intanto lancia un progetto che, sulla base della recente Carta di Catania, potrebbe cambiare volto al turismo nell’isola per i prossimi anni.

“L’ultimo decreto del governo Conte, che ha paralizzato anche le festività di Natale e Capodanno, è stata la perfetta e spietata conclusione di un 2020 “terrificante” per il turismo – spiega Bevacqua -. Siamo in ginocchio e questa è una storia, purtroppo, nota. Basterebbe dire una sola espressione: “fatturato zero”. Così si sta per chiudere un anno che ha stravolto totalmente un settore che per l’Italia è vitale per l’economia e che ancora di più lo è per un territorio come la nostra Sicilia. Ma il governo Conte, evidentemente, non la pensa così e ufficialmente ha abbandonato il nostro comparto. Si parla sempre di ristori, ma si tratta di “ristori virtuali” che gli operatori del settore attendono da mesi. La verità è che quel che è stato promesso e che non è mai diventato realtà. Ma la cosa peggiore è che non è stato previsto nessun ristoro per gli albergatori, costretti alla chiusura e al fatturato zero, e questo è un fatto grave che non può che provocare legittima indignazione, non solo da parte degli albergatori stessi ma di un intero settore che sinora è stato illuso e preso in giro dal governo”.

“Le previsioni per il 2021 sono molto preoccupanti. Si vedono pochissime prenotazioni e, tra l’altro, la Pasqua arriverà già il 3 e 4 aprile, e quando la Pasqua è “bassa”, già in condizioni di normalità, il turismo poi ne soffre e figuriamoci come potrà andare la situazione in un contesto del genere. Non è prevedibile ad oggi niente di certo, magari qualcosa ci sarà in termini di flussi a partire dalla primavera inoltrata ma il dato di fatto è che la programmazione delle compagnie aeree è una sentenza: guardano tutte ad aprile-maggio, prima resterà tutto fermo. Siamo dentro una “pandemia psicologica”, è venuta meno la fiducia del turista che di fronte di questa incertezza non prenota perché ritiene che al 90% quella prenotazione non potrà poi essere rispettata. Servirà un periodo, non sappiamo esattamente di quanto tempo, affinché il turista riprenda confidenza con gli spostamenti”.

“La vicenda di questi giorni, sulla nuova mutazione del virus, va ad aggravare ovviamente un settore che già non ce la fa più. Nell’ottobre 2021 ci sarà l’Expo a Dubai, ci sarà l’Italia e la Sicilia ma a quell’appuntamento bisogna arrivarci con delle idee nuove e proporre qualcosa di innovativo che sappia stupire il mondo. La Sicilia ha una grande ricchezza: la cultura. Si dovrebbe lavorare e puntare, soprattutto, sull’offerta culturale, e la Carta di Catania è una base di partenza importante dalla quale valorizzare tutti i beni nascosti nei sotterranei. E’ stato fatto un lavoro serio, accurato e profondo che ora va capitalizzato e ci sono i presupposti affinché possa rappresentare la vera novità del futuro. Mi riferisco alla Sicilia archeologica e ai tantissimi beni che sono un patrimonio di inestimabile valore, ammirati e invidiati dal mondo intero”.

E qui Bevacqua lancia la proposta di una “rivoluzione” nel turismo in Sicilia, puntando sui tesori culturali sinora rimasti nei sotterranei e con la prospettiva di valorizzarli in sinergia con i privati. Il presidente di Uftaa guarda, in particolare, a quelli che definisce “gli albergatori illuminati”. “La Sicilia ha le carte in regola per proporre un’offerta culturale di assoluto livello e lancio quella che può sembrare una provocazione ma è un’idea che potrebbe sorprendere tutti: in sinergia con gli albergatori, e tenendo conto della possibilità di poter esporre in comodato d’uso alcune opere, si potrebbero far vedere alcuni di quei tesori sin qui rimasti nascosti nei sotterranei, magari portandoli temporaneamente proprio negli alberghi. Si potrebbe creare un circuito, una catena dei cosiddetti “The archeological hotel”, che diventerebbe un unicum, un fatto straordinario agli occhi del mondo. Sarebbe una vera e propria operazione di immagine, mettendo dentro opere d’arte archeologica, cosa che nessun altro può fare perché nessuno dispone di tutto ciò di cui dispone la Sicilia. Tirare fuori i beni, inventariarli ed esporli: sarebbe un fattore attrattivo di poderoso impatto sui visitatori che dopo la pandemia torneranno a raggiungere la Sicilia. Bisogna ripartire di slancio e ricominciare intanto a fare cultura a 360 gradi, innescando un circuito che preveda poi delle escursioni e sinergie tra i territori e i vari enti, tra soggetti pubblici e privati. Svuotiamo i depositi e mettiamo in mostra tutta la grande bellezza della Sicilia, con un autentico Museo a cielo aperto che trasformerebbe la Sicilia nell’isola dei sogni”.

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