All’indomani delle sue dimissioni, l’ormai ex allenatore del Palermo, Silvio Baldini, ha espresso la sua grande rassegnazione nei confronti della squadra.
“Sento di non esser parte del progetto della proprietà. Non ci sono i presupposti per migliorare quello che abbiamo fatto lo scorso anno. Lo scorso anno abbiamo vinto i playoff perché eravamo il gruppo più forte, ma ora il gruppo non c’è più. Io volevo portare la squadra in Serie A. Nel mio cuore regna la tristezza perché io voglio stare sempre in questa città. Mi sono tolto un peso, perché volevo portare il Palermo in Serie A e mi sarei sentito un fallito in caso di mancata promozione“.
“C’erano dei giocatori che pensavano di prendere un ingaggio migliore salendo in B e non l’hanno preso, altri che hanno aspettato 10 giorni per prendere lo stesso ingaggio della C, tutta una serie di collaboratori miei non sono felici – aggiunge – Attorno a me girava il malumore. È venuto un fisioterapista (Federico Genovesi, ndr), che ha aggiunto 2 fisioterapisti ai 3 massaggiatori che abbiamo, più un professore per la riabilitazione, interpellando Petrucci. Se io a Guardiola mando un fisioterapista e un preparatore senza interpellarlo sta zitto?”.
“Gardini e Mirri hanno provato in tutti i modi a farci desistere. Ho detto al presidente Mirri che se lui fosse stato il presidente vero mi avrebbe fatto un altro anno di contratto. Lui mi ha detto di sì. Se loro non lo fanno come faccio a sentirmi al centro del progetto – conclude – Non posso prendere in giro la città, a me non interessa avere Messi ma ricreare l’entusiasmo. Io sono un allenatore che vive di emozioni che trasmetto ai giocatori. Il mercato non c’entra nulla. Il presidente per me è eccezionale, mi ha chiamato solo due volte, quando abbiamo perso, dandomi ancora più fiducia. I giocatori nei miei confronti avranno sempre affetto. Io per questa squadra non sono un allenatore, sono l’allenatore. Io metto davanti prima l’uomo e poi il giocatore.
Pisa è stata la cartina di tornasole – dice riferendosi alla pesante sconfitta in amichevole -. La Santuzza mi ha detto di aprire gli occhi”.
“Sia io che Baldini non ci sentivamo al centro del progetto, ci abbiamo provato. Lo sapevamo da prima, è vero, ma abbiamo provato a fare un determinato tipo di lavoro ma non ci siamo riusciti”. Ha aggiunto l’ex direttore sportivo del Palermo, Renzo Castagnini. “Abbiamo perso il gruppo e la forza che ha portato lo scorso anno a raggiungere quel risultato, quando ci siamo accorti di questo abbiamo preso questa decisione. Il mercato lo abbiamo fatto in condivisione, non è questa la questione. Quando confermi un giocatore il filo è sottile, noi abbiamo lavorato su questo filo, su queste emozioni”.
“Andar via da Palermo per me è un peso incredibile, ho dato tutto e non l’ho fatto per soldi. Sagramola ha creato questa società, l’abbiamo creata insieme e non ne parla più nessuno. Oggi lasciamo un patrimonio, al gruppo più grande del mondo che ha investito in una società pulita – aggiunge – Il City ha il suo modo di lavorare, che sarà anche il migliore, ma non si sposa con noi. Gardini e Mirri ci hanno chiesto di pensarci, loro volevano farci continuare, ma quando non hai nulla dentro è inutile prenderci in giro. Io non posso buttare quanto fatto qui per un contratto, ma la situazione non ci consente di dare quello che avevamo in mente. Non abbiamo rancore e rabbia verso nessuno, ringraziamo la società precedente e anche quella attuale nonostante non sentivamo la fiducia. Sono sicuro di questa cosa, porteranno il Palermo in Serie A, hanno una grande struttura e una grande organizzazione. Il senno di poi forse era meglio non provare. Il mercato fin qui è stato fatto in maniera trasparente, in modo condiviso insieme al mister e Zavagno. Con quest’ultimo ho avuto un rapporto reale, è una persona intelligente, ma le ultime decisioni le prendevo io. Non ho nulla da dire sul City. Io in tre anni ho avuto fiducia totale da parte di Sagramola e presidente. Budget City per questa stagione? È un budget sufficiente a consolidare il campionato di Serie B”.